Dibattito
 

Seminario Tondelli - prima edizione

Discussione°

Correggio, sala conferenze del Palazzo dei Principi, 14 dicembre 2001


Saluto di Viller Masoni (Responsabile Istituti Culturali - Comune di Correggio)

Introduzione: Antonio Spadaro (Università Gregoriana, Roma)

interventi di:

Giulio Iacoli (Università di Cagliari)
La felicità. Tondelli e le possibilità di una pienezza esistenziale

Cary Steven Howie (Stanford University)
Lo spazio. Il prender forma degli «spazi delle emozioni d'amore»

Emanuela Patti (University of Bangor)
L'erranza. La presenza tematica dell'esperienza erratica dantesca nell'opera di Tondelli

Dibattito

Sandra Siegert (Johannes Gutenberg-Universität, Mainz)
Tondelli e la sua ricezione in Germania

Silvia Di Fresco (Università di Bologna)
Un weekend postmoderno come «romanzo critico»

Chiara Gualdi (Università di Bologna)
Tondelli e l'educazione alla letteratura

Dibattito e conclusioni

*Cristina Tinfena (Università di Siena) L'uomo. Ipotesi di antropologia tondelliana (pdf 1416 Kb)
(Cristina Tinfena, che non ha potuto essere presente al dibattito, ha inviato il testo della sua relazione)




Dott. Viller Masoni : In primo luogo vorrei ringraziarvi di essere qui. Va reso omaggio ai coraggiosi che hanno affrontato le intemperie per essere puntuali alla prima edizione del seminario tondelliano che è davvero stato perseguitato dalla sfortuna. Esso, infatti, non solo è stato accompagnato dal maltempo, ma è caduto in concomitanza di uno sciopero del pubblico impiego che, di fatto, ha bloccato i servizi pubblici di Correggio e penso di tante altre città italiane per tutta la giornata. Io stesso in un' altra circostanza avrei aderito allo sciopero, ma non me la sono sentita di farvi trovare un cartello davanti al portone con su scritto "Chiuso per sciopero", quindi eccoci qua. La decisione di organizzare questa iniziativa è abbastanza recente, nasce da un'idea di Sandra Siegert espressa in occasione del convegno su Tondelli che si è tenuto a Reggio Emilia, nell'ambito di Ricercare. Un'idea rilanciata da Antonio Spadaro e fatta propria dal nostro Centro di documentazione perché ci sembrava giusto accoglierla, darvi attuazione e soprattutto darvi continuità. L'odierna giornata, infatti, è giusto che prosegua con appuntamenti periodici, perché può costituire un'occasione importante per riferire gli studi e le ricerche in corso o già svolti su Tondelli, cosa che, d'altro canto, è il fine istituzionale del nostro Centro di documentazione, nato per raccogliere la documentazione di e su Tondelli, ma teso a svolgere non solo un semplice esercizio di conservazione, ma anche di promozione e di stimolo. Che il Centro sia utile credo sia anche dimostrato dall'utilizzo che ne è stato fatto nel corso di questi ultimi anni, diventando meta di diversi studiosi - anche di alcuni di voi - per le proprie tesi e ricerche. Penso che avere un'occasione nella quale ci si confronta, si portano gli esiti di queste ricerche; avere una meta, avere in mente un risultato - che può essere costituito anche dall'esposizione, dal rendere "pubblico" il proprio lavoro di fronte a una platea, a un gruppo di colleghi impegnati nello steso campo - sia uno stimolo alla ricerca stessa, e sia importante per favorirla. Nello stesso tempo questo incontro diventa uno strumento fecondo anche per chi si sta laureando o per chi sta accingendosi a svolgere ricerche e può ricevere informazioni, stimoli, idee per differenti approcci al proprio lavoro. Questo è il motivo, dunque, per il quale vorremmo dare continuità al nostro appuntamento, naturalmente anche organizzandolo meglio, avendo più tempo a disposizione per le prossime edizioni. A questo proposito, vorremmo che si costituisse una sorta di rete permanente, una rete che abbia in voi e negli altri vostri colleghi altrettanti terminali: una rete di collaborazione con il Centro di documentazione che si propone come luogo, istituzione, al quale fornire informazioni, impulsi, proposte e dal quale, nel limite delle nostre capacità, ricavare servizi. Uno di questi è il catalogo del Centro di documentazione, che cerchiamo di tenere costantemente aggiornato. Vorremmo anche aumentare la pubblicazione di documenti full-text, il cui numero per ora è molto modesto. Vorrei anche rendere disponibili nel nostro sito gli atti risultanti da questi appuntamenti. Fra l'altro vi informo che proprio oggi sono stati pubblicati nel sito gli atti, quasi completi, della giornata del 16 dicembre 2000. Altrettanto vorrei fare con la giornata di oggi, con gli atti del seminario, e con la giornata di domani perché credo che una biblioteca e un centro di documentazione debbano avere sempre di più in mente il cosiddetto "utente remoto", cioè l'utente che risiede in un'altra città o addirittura in un altro stato e non necessariamente deve essere costretto a venire a Correggio per consultare un documento; l'importante è che il Centro sia in grado di procurarselo, di catalogarlo e metterlo a disposizione: questo è un po' lo spirito con cui intendiamo muoverci. Quando prima parlavo di rete, intendevo proprio questo. Una serie di informatori, di produttori - in quanto realizzatori essi stessi di documentazione e di ricerche - che possono contribuire a implementare questo Centro. Fra l'altro, i rapporti con questi produttori-informatori non necessariamente debbono essere basati sulla ricerca e sulla relazione. Noi abbiamo nel sito anche una sezione dedicata alle News dove solitamente segnaliamo le nostre iniziative ma, se fossimo informati anche di iniziative promosse da altri soggetti e che si svolgono altrove, saremmo ben lieti di pubblicarne la notizia e mettere così queste informazioni a disposizione di tutti. Perciò vi invito caldamente a dar corpo a questa rete di informazione. Il nostro Centro di documentazione si propone come polo-coordinatore di questa rete. A partire, come dicevo, dagli atti di questa giornata, motivo per cui vi chiederei di lasciare il testo che presenterete oggi, oppure di farmelo avere più avanti, magari in formato elettronico per facilitarne l'inserimento nel sito. Questo è quanto volevo dirvi, augurando a tutti noi, buon lavoro. Il programma è conosciuto, subirà in corso d'opera alcune modificazioni perché ci sono delle assenze, per altro ampiamente giustificate. Il professor Antonio Spadaro, che tutti voi conoscete e a cui è stata affidata la conduzione di questa prima edizione, introdurrà la giornata. Lui era, insieme a Fulvio Panzeri, moderatore del convegno di Reggio Emilia e per questo gli ho chiesto di fare una sintesi della giornata, perché credo sia stato un appuntamento importante quello di Reggio, e forse è utile per tutti ricordarne i tratti salienti. A padre Spadaro spetterà poi il compito di introdurre e coordinare, assieme a Sandra Siegert, questa giornata.

Prof. Antonio Spadaro : Anch'io ringrazio l'Amministrazione comunale e Viller Masoni in particolare, perché hanno creduto a questa iniziativa, e innanzitutto Sandra Siegert che l'ha ideata. Faccio parte del comitato, del gruppo scientifico di lavoro del Centro studi e documentazioni Pier Vittorio Tondelli e quando Sandra ha formulato questa proposta ho aderito immediatamente, perché credo che questa iniziativa sia assolutamente importante, direi quasi decisiva, perché credo sia giusto celebrare Tondelli, ma credo sia assolutamente importante studiare Tondelli. Dunque qui non ci troviamo ad un evento celebrativo ma ad un seminario di riflessione e di studio. Non ci presentiamo uno per uno semplicemente perché faremmo tardi. Allora è vero che mancheranno due relatori ma in ogni caso i tempi sono stretti. E dunque vorremo dare uno spazio al dialogo, ciascuno di noi potrà dire chi è, quando farà le domande. Dunque l'idea fondamentale è riflettere sull'opera di Tondelli. Diceva appunto Viller che si è tenuto a Reggio Emilia, il mese scorso, un convegno in occasione del decennale, questa è un'altra delle iniziative del decennale. I decennali sono sempre dei momenti di riflessione e di bilancio. Sostanzialmente direi una cosa, più che fare il riassunto della puntata di Reggio Emilia. Direi che a dieci anni dalla scomparsa di Tondelli siamo di fronte a un bivio, dal mio punto di vista, cruciale: fino adesso è emersa la passione per Tondelli, cioè, sostanzialmente, il lettore di Tondelli è stato un lettore d'elezione, un lettore catturato dalla sua scrittura, dalla sua pagina. Catturato perché l'ha letto in originale, cioè in italiano o in francese - l'opera in francese in buona parte è tradotta, o ha letto Camere separate in inglese o .…. ma non dirò nulla del tedesco perché Sandra, la dottoressa Siegert, ci parlerà abbondantemente di questo argomento, della ricezione di Tondelli in Germania. Ma non perché le persone, cioè i giovani studiosi si sono dedicati attentamente alla sua opera. Domani si concluderà, con l'assegnazione dei premi ai vincitori, la seconda edizione del Premio per tesi di laurea. La prima edizione ha avuto un numero ridottissimo di partecipanti, credo quattro o cinque, ecco cinque, quest'anno i partecipanti erano complessivamente diciotto. Capite che in due anni è cambiato molto. Un terzo, sei, presso università non-italiane. E qui abbiamo difatti anche dei rappresentanti non-italiani. Allora capite come già il panorama va modificandosi. Per cui non abbiamo soltanto il lettore appassionato, il fan di Tondelli che sbava di fronte ai suoi libri e ha la necessità di scrivere quanto è bello leggere Tondelli. Questo è una cosa ottima, giustificatissima e da continuare a fare ovviamente. Ma questo non basta. Dunque, sostanzialmente mi sembra di capire che su Tondelli si va riflettendo, si vanno aprendo degli studi con metodologie particolari ben definite. Per esempio, accanto a me abbiamo Giulio Iacoli e il suo approccio a Tondelli è un approccio comparatistico. Non dirò quello che dovrà dire lui ovviamente ma per intenderci il suo contributo è - possiamo dire - il primo contributo con taglio comparatistico sull'opera tondelliana. In realtà anche la sua tesi ha un approccio comparatistico, un lavoro molto interessante, che spero verrà pubblicato prima o poi in qualche modo. Ma non solo questo. Ho letto anche altre tesi che hanno un approccio legato alla linguistica, ad esempio, o approcci che utilizzano la sociologia della letteratura. Capite, è uno sviluppo, un procedere in approfondimenti tematici e metodologici che fino adesso non c'era mai stato, dunque il decennale credo che sia un'occasione buona per far emergere questi nuovi approcci. Normalmente i lavori di tesi nascono innanzitutto come dei brevi saggi che chiariscono l'argomento della tesi e quindi diventano lavori più corposi. Quindi abbiamo avuto dei saggi estremamente interessanti, uno di questi è il saggio di Emanuela Patti che affronta il rapporto tra Dante e Tondelli, ad esempio, e oggi avremo appunto un saggio di questa sua ricerca. A questo punto il seminario tondelliano potrebbe essere un appuntamento anche annuale, volendo, per fare il punto della situazione. Per cui il decimo, l'undicesimo, il dodicesimo anno dalla morte di Tondelli significheranno appunto non solo un momento di celebrazione ma anche un luogo di riflessione per fare il punto della ricerca. Allora i segni di speranza si trovano, il lavoro critico dal mio punto di vista consiste nel raccogliere fili, seguire piste, intuire direzioni, verificarle con i testi, con pazienza, senza demagogia. Qua bisogna evitare ... sono assolutamente per i punti di vista forti, decisi e anche taglienti di qualunque tipo sull'opera tondelliana. Non amo nessuna prevenzione, da nessuna parte. Per esempio, la mia lettura tondelliana è stata giudicata in vario modo - e ne sono ben contento - da alcuni molto positivamente, da altri molto negativamente. Ma sono contento dei commenti negativi fondati perché questi portano a un incremento della conoscenza e della ricerca. Ma non tollero gli a priori, su nessuna ricerca, ovviamente. Dunque raccogliere fili non è appiccicare etichette, ma applicare, a mio parere, batticuore e saggezza nella ricerca di un senso per la vita come per la scrittura. La faccio breve perché siamo ormai nei tempi. La giornata, il pomeriggio si divide in due parti, la prima parte sarà moderata dalla dottoressa Siegert che si è laureata nel marzo del 2000 presso la Johannes Gutenberg-Universität di Mainz, Magonza in italiano, con una tesi che in italiano suona con questo titolo: Pier Vittorio Tondelli, contesto sociale, politico e geografico dell'opera. Si trova a Pavia per un accordo con l'Università di Mainz. La seconda parte invece sarà moderata da me. "Moderata" che significa? Noi non modereremo gli eccessi, speriamo che questi eccessi ci siano, semplicemente presenteremo le persone che parleranno e quindi apriremo un breve spazio per le domande alla fine di ogni intervento. Alla fine della prima parte del pomeriggio ci sarà un eventuale dibattito, dunque un po' più ampio e così alla fine della seconda parte. Gli interventi: il primo intervento sarà di Giulio Iacoli sulla felicità. Il titolo è: La felicità, Tondelli e la possibilità di una pienezza esistenziale. Il secondo intervento è di Cary Steven Howie, della Stanford University, il tema è Lo spazio e il prender forma degli spazi e delle emozioni d'amore. Il terzo intervento è di Emanuela Patti, dell'University of Bangor: L'erranza, la presenza tematica dell'esperienza erratica dantesca nell'opera di Tondelli. Dunque la prima parte avrà un taglio squisitamente antropologico, possiamo dire, attraverso le figure della felicità, dello spazio e dell'erranza. Quindi un break, suppongo necessario, perché gli argomenti saranno molto ricchi. Nel secondo momento il primo intervento sarà di Sandra Siegert, sulla ricezione di Tondelli in Germania e quindi dovrebbero esserci altri due interventi di due poverette che sono rimaste bloccate nel traffico tra Bologna e Correggio. Comunque arriveranno prima o poi, spero. Dovrebbero parlare, la prima, Silvia di Fresco del Weekend postmoderno inteso come un romanzo, un romanzo critico, e Chiara Gualdi su Tondelli e l'educazione… È arrivata, benissimo! Sono contento, la cosa mi conforta alquanto. Io vorrei chiudere qui perché mancano due interventi, ma non vorrei andare oltre perché il programma è molto fitto, pensiamo di chiudere entro le venti, spero. Gli interventi potranno essere letti, come diceva Viller Masoni, sul sito internet del Centro di documentazione e vi pregherei di pensare a domande perché credo che le vostre domande possano essere tanto utili quanto gli stessi interventi. Gli studi su Tondelli oggi hanno bisogno di domande più che di risposte. Quelle arriveranno pian piano, ma se riusciamo a formulare delle buone domande avremo anche argomenti di lavoro e di ricerca. Allora grazie e benvenuti. Lascio la parola a Sandra.

Dott.ssa Sandra Siegert : Io farò quindi soltanto una breve presentazione di ciascun relatore prima del suo intervento e poi passerò direttamente la parola ai relatori. Inizia Giulio Iacoli che ha iniziato a leggere Altri libertinisu indicazione di amici. Ha poi portato una lettura personale dei romanzi di Tondelli in un seminario sull'interpretazione all'Università di Bologna nel '97 dove poi si è laureato in lettere classiche col professor Ceserani. La tesi era intitolata Atlante delle derive. Geografia e racconto nell'Emilia postmoderna. Celati, Tondelli, Cavazzoni e Benati. Nel 2000 è entrato in dottorato a Cagliari dove prepara una tesi su città, paesaggio e territorio in Calvino, Borges, De Lillo e il romanzo postmodernista americano. Giulio Iacoli ci parlerà di: La felicità. Tondelli e le possibilità di una pienezza esistenziale.
Dott. Giulio Iacoli : Innanzitutto devo dire che davanti a delle presentazioni così lusinghiere potrei oggi permettermi di uscire finalmente da questo rigore di studiosi che giustamente Antonio Spadaro auspica e lasciar fare la parte del filologo, dell'interpretazione più da italianista a Emanuela Patti che, insomma, parte da questo nume tutelare che è Dante. Personalmente trovo sempre interessantissime le relazioni che parlano di Dante e il Novecento, per fare un esempio. E dicevo lasciare un po' questa linea più accademica e rigorosa e cercare di disarticolare il discorso, cercare di andare a vedere in frammenti assolutamente disomogenei, disorganici - non inorganici spero - come in realtà il mio tema, la felicità, venga in un qualche modo a collocarsi nell'opera di Tondelli all' interno di una situazione che va letta sia in senso diacronico [...] E vedere anche a livello sincronico come in realtà di felicità si parli molto, si parli molto in letteratura ma anche in cinema. Ricordo solamente un'iniziativa di quest'anno, il primo festival di filosofia che si è tenuto a Modena sotto gli auspici della fondazione San Carlo e che era, appunto, dedicato alla felicità. E quindi sono intervenuti nomi come Marc Augé, Zygmunt Baumann e altri. Insomma, credo che ci sia una certa attenzione a questo rilievo tematico e mi sembrava in qualche modo un'operazione possibile quella di andare a vedere in Tondelli - che è un autore in cui a livello statistico il lessema felicità ricorre, e ricorre spesso - andare a vedere, dicevo, come questo lessema venga diversamente declinato all'interno della sua opera. A quali paesaggi, se non letterari, per lo meno dei personaggi umani, può essere applicato. E dirò un'altra cosa che è, in realtà, proprio da preporre ed è che il titolo attuale è diverso da quello a cui avevo pensato originariamente - anche se poi mi va benissimo quello che è stato detto. Il titolo è Felicità. Nuove epifanie in Tondelli, che ho scelto perché corrisponde all'idea plurivoca di felicità a cui pensavo, mantenendo un'ambiguità tra singolare e plurale. Perché, in realtà - dobbiamo dirlo sin dall'inizio - ci sono vari gradi di felicità nell'opera di Tondelli. Probabilmente non si arriva alla felicità sognata, perseguita dai personaggi. Ma c'è un'altra cosa che credo vada detta, per sgombrare un po' il campo da possibili equivoci: nell' opera narrativa di Tondelli, come direi anche in molti barlumi di quella critica, emerge una verità dell'uomo tondelliano. Una verità strutturale e anche finale, di bilancio finale. La felicità è quella della vita omosessuale completa, normale. È un'aspirazione che spesso resta assolutamente sullo sfondo, in termini umani, non raggiunta dai personaggi, siano essi il narratore di "Senso contrario" o siano essi le altre proiezioni, se vogliamo autobiografiche, dell'autore. Ma anche in termini letterari la vita felice, questa vita beata, questa comunione con un compagno, con una società che apprezzi e valorizzi la diversità resta sullo sfondo, resta confinata alle letture. Un esempio di questo tipo è rinvenibile in una cosa appunto di cui mi ero occupato nel saggio a cui faceva riferimento Antonio Spadaro e cioè Leavitt. In Leavitt Tondelli vede delle possibilità sociali diverse. Vede dei personaggi che intersecano le loro esistenze, provano amori normali, per così dire, che però non sono votati tout court alla felicità, presentano sempre questa ricerca di felicità. C'è uno sfondo possibile - possiamo dire - di società narrativa che alla fine, molte volte, si traduce nell' esatto contrario, infelicità. E anche questo è un'altra delle cose di cui dovremmo veramente discutere: come in realtà l' occasione di parlare tematicamente della felicità in letteratura e, devo dire, soprattutto in cinema, si ribalti completamente nel suo opposto, l'infelicità. E da qui inizio a leggere il mio discorso, che avevo preparato facendo avanti e indietro con i testi, magari riservando alcune cose, se il discorso fosse troppo lungo, agli interventi successivi.

INTERVENTO DI GIULIO IACOLI (pdf 430 Kb)

Sandra Siegert : Vi presento Cary Steven Howie, è dottorando americano e studente di Hans Ulrich Gumbrecht. Ha scoperto Tondelli totalmente a caso. Per quanto sia un medievalista (si specializza in agiografia e mistica), fa anche ricerche sulla letteratura gay contemporanea. La sua tesi di dottorato attualmente s'intitola Saintly perversions e si compone di una serie di letture estetiche, in chiave queer, della santità medievale e di quella postmoderna.
Si è laureato al Bard College (New York) con una tesi sul concetto della violenza in Flannery O'Connor e Pier Paolo Pasolini; insegna italiano e studia a Stanford dal 1997. Quest'anno, però, è anche ricercatore presso il King's College, Cambridge.
Passo la parola a Cary Steven Howie che ci parlerà di Lo spazio. Il prender forma degli "spazi delle emozioni d'amore".
Dott. Cary Steven Howie: Ecco, io ovviamente non sono un esperto di Tondelli, sono praticamente un amatore che si intende un po' di contesti gay contemporanei. Quindi mi appoggerò moltissimo su una lettura comparata tra Tondelli e uno scrittore nostro, americano, moderno, che è pure stato tradotto in italiano e si chiama Dale Peck, che ha, diciamo, qualche punto - soprattutto per quanto riguarda i discorsi di spazio - in comune con lo stesso Tondelli. Sarà un discorso in tre parti, la prima delle quali ha come titolo Correggio-Kansas. La domanda con cui vorrei cominciare è questa: quant'è lontana Correggio dal Kansas?

INTERVENTO DI CARY STEVEN HOWIE (pdf 273 Kb)

Sandra Siegert : Presento Emanuela Patti che, dopo un primo anno a Torino, ha frequentato la Facoltà di Lettere moderne con indirizzo artistico all' università di Urbino.
Ora fa un dottorato a Birmingham sul "Viaggio infernale dantesco nell'opera di Pasolini, Sanguineti e Tondelli". Si è però laureata in tutt'altro: in Storia contemporanea con una tesi sul movimento tedesco della RAF, in seguito ad interessi maturati durante il suo Erasmus, ad Amburgo.
Ha conosciuto l'opera di Tondelli solo l'anno scorso un po' per caso, mentre cercava qualche autore contemporaneo in cui ricercare l' inferno dantesco.
Emanuela Patti parlerà dell'erranza: La presenza tematica dell'esperienza erratica dantesca nell'opera di Tondelli.

Dott.ssa Emanuela Patti : Spero innanzitutto di non deludervi dopo tutti i riferimenti fatti da Giulio. In realtà penso di deludervi perché l'approccio che farò io oggi sarà un approccio totalmente diverso da un approccio letterario: sarà un approccio tutto umano. Inizio con alcune premesse. Innanzitutto questo lavoro che ho fatto è all'interno dei miei studi di dottorato ed è proprio sul viaggio infernale dantesco nelle opere di Sanguineti, Pasolini e Tondelli. L'idea è nata da un primo confronto tra Pasolini e Dante, dalla riscrittura che fa Pasolini della Divina Commedia. Quello che mi è subito parso interessante è stato questo viaggio, questa somiglianza tra Pasolini e Dante, questa vicinanza da uomo a uomo: una vicinanza fatta di un'esperienza erratica alla ricerca di un senso. Riscrittura, dunque, non per il puro spirito retorico, oppure letterario, ma proprio a partire da questo senso della esperienza infernale come viaggio di ricerca. È con questo spirito che mi sono avvicinata all'opera di Tondelli, facendo un confronto con Dante. Un punto di partenza, quindi, tutt'altro che letterario. Non è mia intenzione, inoltre, voler trovare Dante ad ogni costo in tutti gli autori, secondo quella che può essere considerata una tendenza generale di mettere Dante ovunque, un po' come il prezzemolo. Ma è stato questo senso di erranza, di viaggio inteso come erranza alla ricerca di un senso e di ricerca come viaggio conoscitivo a spingermi verso questo lavoro. La seconda premessa: mi scuso per non aver letto o meglio, diciamo, per aver letto solo parte delle opere critiche su Tondelli. Faccio riferimento in particolare alle tre opere monografiche principali. Ho letto la monografia di Antonio Spadaro, quella di Elena Buia - non ho letto quella di Carnero - quindi i riferimenti, le citazioni che io farò saranno legate solo a queste opere e ad altri articoli generali che ho letto. Un'altra cosa interessante che vorrei premettere è il fatto di aver letto le opere di Tondelli nell' edizione Bompiani, quindi di averle lette in una successione diacronica. È da lì che è nata l'idea, l'intuizione di questo viaggio erratico da una situazione che mi è parsa, in un certo senso, rievocare un po' l'inferno, e procede come un cammino dalle tenebre alla luce, cosa che adesso cercherò di spiegarvi. In questa sede quello che vorrei fare è non tanto suggerire la vicinanza tra Dante e Tondelli, ma cercare di vedere l'opera di Tondelli sotto altri punti di vista, quindi trovare degli spunti stimolanti e degli aspetti che possano interessare un po' tutti. Volevo anche dire che, in un certo senso, questa idea della ripetizione di un tema nel corso della letteratura viene un po' dall'altra idea che la storia e la letteratura siano in un certo senso volte alla ripetizione. Trovate in citazione uno degli scrittori a cui ho fatto riferimento, che è Peter Bichsel, che scrive [...]

INTERVENTO DI EMANUELA PATTI (pdf 1168 Kb)

DIBATTITO

Antonio Spadaro : Innanzitutto vorrei salutare la signora Marta Tondelli, la mamma di Pier Vittorio Tondelli, che ci onora della sua presenza. Ovviamente Emanuela ha letto una parte del suo corposo intervento di - credo - ventiquattro pagine, che leggeremo sul sito tondelliano. Diciamo che qui andiamo per saggi, per cui cerchiamo di aprire prospettive, di porre domande, di inquietare, di calmare, di placare, di esprimere, di imprimere, anche, in qualche modo, queste domande nella riflessione di molti di voi, che siete o ammiratori o studiosi di Tondelli. Direi, a questo punto, di aprire uno spazio, se i vostri cervelli non sono fumanti - ma vi vedo abbastanza desti. Ci sono subito delle domande, benissimo. Una cosa, pregherei: le domande ovviamente vengono fatte ai tre relatori della prima parte e i tre relatori devono venire qua per un semplice motivo: che tutto il nostro discorso è registrato ed è importante che resti traccia del tutto. Passerò io con il microfono.

* Dott. Andrea Righi : Premetto, non sono uno studioso di Tondelli, la mia domanda magari sarà anche un po' [...]. Però trovo interessante il riferimento fatto dal primo relatore, Giulio, sull'enumerazione e accumulazione, che mi sembra vada a costruire il luogo [...]. Mi viene in mente, ad esempio, così, come topos, la figura di Walt Whitman [...] che cantando l'America in realtà costruisce anche l'America, per democraticizzare le cose americane. [...] del suo processo possiamo individuare due filoni: uno mi è suggerito dal fatto che si è parlato di Bachtin e delle serie parodiche di Rabelais, serie che vanno anche in questo caso a costruire un discorso egemonico, per esempio della morte o della vita; accumulazioni, quindi serie, discorsi che si giustappongono uno con l'altro. L'altro esempio che avanzo - ma potrebbe essere anche contestato - deriva da un mio modo personale di vedere On the road di Kerouac: una serie, anche qui, di enumerazioni oggettuali, nel senso di una preponderanza di oggetti, di merci, ma anche, soprattutto, l'idea della donna in On the road è molto simile. Alla fine il luogo viene subìto come qualcosa di positivo, di già dato, anche se non positivo in senso morale. Ecco, allora, in Tondelli qual è l'atteggiamento preponderante? È più un subire il luogo e la costruzione che si è data? Una cosa che secondo me torna molto in Tondelli, soprattutto nel Tondelli di Un Weekend postmoderno, è il già detto, il già visto, e in questo vediamo sicuramente un atteggiamento postmoderno di quasi resa al mondo. Oppure - per tornare alla citazione di Calvino - quando in Un Weekend postmoderno si parla dell'inferno, si può citare anche Calvino, che alla fine de Le città invisibilifa dire a Marco Polo [...]: se questo mondo è l'inferno, ci sono due modi per viverci: il primo è accorgersene e fare come se non fosse nulla; il secondo è trovare gli spazi, se questo mondo non è inferno, trovare gli spazi e farli durare, e dagli spazi farlo crescere. Uno, insomma, è un progetto ancora moderno di cambiamento, che incide sul mondo per cambiarlo, l'altro è un atteggiamento, tra virgolette, postmoderno, di citazione e di resa [...]. Secondo voi, nell'opera di Tondelli, nella narrativa, ma anche nella riflessione [...] qual è l'atteggiamento prevalente, quale il più significativo?

*Dott. Mauro Vianello : In base al tuo intervento [di Emanuela Patti, n.d.r] volevo intanto capire se, quando parli di Ulisse, ti riferisci all'Ulisse visto da Dante o se parli dell'Ulisse omerico. Poi non sono riuscito a capire le presenze dantesche in Pao Pao, al di là del discorso sul percorso verso l'uscita dal gruppo e l'autoidentificazione [...]. Mi sembra un po' strano, alla luce di quanto Tondelli scriveva su Pao Pao circa il fardello di un ambiente uniforme [...]. [...] le storie in Altri libertini, le scappatoie fallaci: a me sembra che in Altri libertini ci sia comunque un percorso abbastanza unitario, che abbraccia tutta l' opera e parte, appunto, da quello che possiamo definire - se vuoi - l'inferno di "Postoristoro" e arriva, comunque, a una salvezza, perché sia a livello dei singoli racconti, sia a livello dell' intero romanzo c'è sempre un tentativo [...] di un'apertura all'altro. E c'è un altro che diventa - se guardiamo le ultime parole di Autobahn - il lettore stesso ed è la scrittura a diventare, forse, il legame con questo altro; per cui mi sembra che tutto l'itinerario che tu vedi, da Altri libertini a Camere separate, sia già presente sin dalla partenza, contenuto in Altri libertini.

Antonio Spadaro : Una piccola nota organizzativa: questo sarà il primo momento di dibattito. Alla fine dell'incontro avremo un secondo momento, un po' più ampio. Chi ha domande può farle anche in seguito. Quindi ciascuno avrà uno spazio e alla fine ci sarà una ripresa, in cui il dibattito potrà continuare. Vi pregherei di dire il vostro nome e se studiate qualcosa eccetera.

Mauro Vianello : Io mi chiamo Mauro Vianello, anch'io mi sono laureato su Tondelli, due anni fa, a Venezia

Andrea Righi : Io sono Andrea e faccio un dottorato di letterature comparate a Bologna

*Francesca Brizi : Io sono Francesca, mi laureo a febbraio su Tondelli, con una tesi sulla sua scrittura in relazione alla beat generation [...]. Anch'io volevo sottolineare una frase di Emanuela e riagganciarmi a quello che diceva Mauro: secondo me non c'è, come lei sostiene, una prospettiva escatologica da Altri libertini alla fine; da un lato, secondo me, [...] accostandosi a Tondelli con un'ottica di studio, ci sono - come dice lui - due momenti. Nello stesso Camere separate non c'è una prospettiva escatologica: se, per esempio, guardi al passo "dalla casa al cimitero" [...] quella che emerge è una visione molto pessimista. Per me c'è nel romanzo questa ricerca fortissima di senso, questa volontà di emergere da una morte. Se guardiamo a Pazienza, alla beat generation [...] c'è già in tutti questa volontà di sfuggire alle tentazioni, di ritrovare il senso, un fondamento progressista [...] Ma personalmente non vedo una prospettiva unificante dal primo all'ultimo Tondelli.

Antonio Spadaro : Innanzitutto, circa il discorso di Cary sullo spazio e il corpo - discorso che è estremamente interessante - volevo solo notare che per Tondelli la scrittura stessa è un corpo, è il suo corpo ... la citazione in Camere separate - recupero subito - è: "Sente insomma quel libro, o altri che ha scritto, come il suo corpo spogliato. Non una emanazione di sé, una proiezione, un trasfert, ma proprio, realmente, il suo corpo. Leggere quelle pagine è addentrarsi sulla sua pelle e nei suoi nervi, far l'amore con lui, odiarlo, ricordarlo, sognarlo." [ Camere separate, p.994, n.d.r.]
Allora, questa dimensione della corporeità della scrittura è una visione talmente fondamentale che mi ricollego al discorso di Emanuela [...]. Io trovo questo suo contributo estremamente interessante perché mi fa riflettere. Faccio fatica a collegare realmente Tondelli e - l'ho già detto prima - Dante. Credo che ci sia una linea fondamentale nella cultura italiana che va da Dante a Michelangelo e - nella contemporaneità - ad autori come Pasolini e ovviamente Testori; e credo che la cifra sostanziale per raccogliere l'eredità dantesca sia il suo realismo, crudo realismo, [...] realismo grottesco: sta lì, nella corporeità, fisicità, nel realismo cristiano la sua cifra, a mio giudizio, fondamentale. Io credo che l'unico testo tondelliano in cui si ritrovi questa dimensione chiara è Altri libertini. Mentre credo che l'altro filone, quello petrarchesco - che ha un'altra evoluzione - sia quello più consono a un testo come Camere separate. Quindi, io vedrei un'altra differenziazione: sarebbe interessante capire la ricezione anche narrativamente - come diceva Cary - del filone dantesco [...] Un'ultima cosa, sempre sullo spazio, è che lo spazio tondelliano - per quello che capisco - è uno spazio "da dietro le quinte". Praticamente la differenza tra Tondelli e un altro autore contemporaneo, che però non è stato nominato oggi, Ellis, con Less than zero; la differenza fondamentale - dicevo - tra lo spazio tondelliano e lo spazio in Less than zero è che lì c'è una distanza zero, anzi meno di zero, nel rapporto con la realtà, mentre lo spazio tondelliano è sempre lo spazio degli altri, complessivo - come dice lui - "da dietro le quinte" ... Direi, potete rispondere in ordine di intervento, Giulio.

Giulio Iacoli: Allora, è verissimo quello che dici, anche se appunto Whitman si può associare per la costruzione del luogo moderno americano sicuramente con [...] e anche lì siamo lontanissimi dall'idea che poi una costruzione di un romanzo ci porta ad avere con, che so, il primo romanzo compiuto che è Rimini. Cosa si recupera invece? Con Calvino effettivamente c'è l' opzione finale delle Città invisibili, che è anche un'opzione fra due prassi urbanistiche diverse. Quella che ricrea la città, che prosegue il progetto modernista, e quella invece che davanti a dei dati di fatto deve rendersi conto di come scomporli ulteriormente, di come procedere, per citazione o no. E l'altra cosa che assocerei, sempre per rimandi, così, a cose che leggo, è Perec, La vie mode d'emploi: anche qui lo spazio è saturato dalle cose, dall'enumerazione e diventa appunto un gioco che produce spazio testuale. Nel romanzo non avviene niente, lì dei famosi snodi non ne vedremo neanche uno. Ogni esistenza è letta nell'accumulo di cose che ha poi composto l' appartamento e in visione macroscopica il condominio. Credo che forse una buona opposizione da tenere presente per risolvere un po' la tua alternativa sia quella che la geografia umanistica, a partire perlomeno dagli anni settanta, si è posta tra spazio e luogo. Il luogo c'è, insomma, ed è Correggio. Anche per Leo, che torna a vedere la propria casa, benché trasformata, benché riproposta nelle più improbabili tonalità salmone e postmoderne, è ancora lì. Ed è il luogo che uno non si può essere scelto. Il luogo che appunto è sorto, è nato con le radici e con il quale non si può, credo, fare a meno di ricostruire una dialettica di avvicinamento. Per quanto riguarda tutti gli altri segni circostanti Leo o gli altri personaggi, in effetti, il rapporto è quello con uno spazio che si costruisce da luoghi d'elezione, da luoghi che il personaggio crescendo si è scelto, e che sono, quindi, le città del mondo, oppure mi viene in mente, sempre per Altri libertini, il Vondel Park di Amsterdam, anch'esso con un suo valore di luogo di incontro e di scambio: luoghi, quindi, ospitali e appunto dotati di quella accoglienza, di quella inclusione di cui parlavo prima, e non-luoghi, perché se c'è una cosa che credo costituisca veramente una qualità critica impressionante di Tondelli e lo contraddistingua dagli altri scrittori della sua generazione, perlomeno in Italia, è la percezione di quello che stava avvenendo, la globalizzazione. Io credo veramente che Tondelli nel Weekend postmoderno ce ne abbia già dato una mappa e anche appunto in questa notazione di architettura in Camere separate, seppur molto breve, ve ne sia una traccia fortissima. L'esempio più macroscopico della concezione della globalizzazione è quel passo di Dinner Party, in cui, appunto - credo sia Fredo - sul giocattolo comprato a Tokio e che poi si rivela invece essere uguale a quello che uno poteva acquistare lo stesso giorno a Milano. C'è, insomma, il senso di questa internazionale occidentale. Non siamo avantissimo come anni, non siamo ancora dentro agli anni novanta eppure Tondelli questa simultaneità dei luoghi l'ha già compresa. Forse, se dovessi dare un'idea, è quella che, come procedimento narrativo, l'enumerazione tondelliana ha a che fare con il catalogo ottocentesco, quel riempire lo spazio narrativo che arriva appunto a Bret Easton Ellis. Pensavo appunto a quello, parlando con Daniele Benati: l'idea è quella che effettivamente Ellis possa essere molto affascinante, molto leggibile, ma anche di una mortalità assoluta per quel che riguarda il piacere della lettura, perché effettivamente è quanto di più ottocentesco ci sia. L'idea del catalogo, rapportata anche a entità che sono molto effimere, in cui c'è proprio tutto. L'idea di quello che noi forse non riusciamo neanche più a concepire in sintonia con gli anni ottanta, le mode eccetera. E qui il rimando è sempre a Dinner Party. In questo senso, quindi, effettivamente l'enumerazione prosegue, secondo me, questa idea di dispositivo narrativo. Che però l'enumerazione sia anche il modo, appunto, per tenersi accanto le cose nella loro concretezza, nel loro calore fisico, forse questa è specificità tondelliana. Ritrovare le cose - e devo dire che anche questo aspetto era presente nel saggio a cui ha accennato Cary - questo dello spazio della camera è un motivo veramente forte nel romanzo gay contemporaneo: il ritorno dell' Io diventato adulto, e diventato narratore o comunque il punto di vista della narrazione che ritorna sui luoghi dell'infanzia e verifica il tempo passato. Ecco, credo che veramente questo sia un tentativo possibile, anche in termini conoscitivi, di mappare, cioè, quello che fa paura, quello che non può essere riconosciuto come uno spazio ospitale attraverso il ricorso alle spazialità invece amiche, alle spazialità che comunicano invece qualcosa del proprio passato. Questo - direi proprio - è una specificità di Tondelli che volevo mettere in luce.

Emanuela Patti : Innanzitutto, vi voglio ringraziare per le domande, perché trovo che siano costruttive. Questo mio lavoro è stato un abbozzo di interpretazione e sapevo che si prestava a critiche proprio perché era sintetico. Un'interpretazione sintetica forse anche perché è stata posta in un tempo così veloce, e ho dovuto tralasciare delle cose; ci sono tante cose che non so, cose nuove, che sono contenta di imparare. Se non rispondo direttamente alle domande vi prego di ricordarmi quali erano. Per quanto riguarda Pao Pao, non ho fatto riferimenti all'inferno, perché in realtà in Pao Pao facevo riferimento alle due fasi junghiane di confessione e di chiarificazione. I riferimenti c'erano, ed erano quelli citati da Diego Zancani: per esempio la parola bolgia, purgatorio. Però non era quello il punto. Il punto era quello che anche l' inferno dantesco parte da questa idea del caos, dello smarrimento; però ha in sé momenti di luce, e di nuovo di smarrimento. Tantissime volte Dante sviene nei momenti di difficoltà. Non si trattava solo di analizzare la realtà infernale in Altri libertini e Pao Pao, anzi in Pao Pao a me sembrava che ci fosse di più questa distinzione, questa maggiore presa di coscienza rispetto ad Altri libertini. Per quanto riguarda il processo, lo sviluppo nel corso dell'opera, sono d'accordissimo, perché - ripeto - è stata una visione sintetica, la mia, ma sicuramente, come nell'inferno dantesco c'erano momenti di luce e di nuovo di oscurità, sono certa che anche in Altri libertini si possano intravedere queste vie. Non è una via a senso unico, ci sono diverse aperture. Quello che ho tracciato, quindi, è un percorso, una linea, che però si presta a tantissime altre vie parallele, a tantissime altre aperture. Non so se ho risposto completamente ...

Antonio Spadaro : Possiamo - diciamo - dare uno spazio un po' più ampio al dibattito alla fine, perché ci sono ancora altri stimoli. Fortunatamente è arrivata anche l'ultima relatrice, allora ... magari rinviamo, anch'io avrei da aggiungere delle cose su questo tema. Rinviamo a un secondo momento.

Antonio Spadaro : [...] Vorrei dare il benvenuto a Giulio Tondelli, il fratello dello scrittore. Abbiamo già salutato Marta, che appunto ci onora della sua presenza questa sera. Un saluto particolare anche a Giancarlo Susanna, il noto critico musicale, che è presente qui questa sera. Domani ascolteremo da lui anche delle cose, credo, estremamente interessanti, sulla sua conoscenza diretta: ha realizzato una delle interviste forse più belle di Tondelli. Forse l'avete letta anche nel volume dell'opera omnia. Sono molto contento - lo dico molto tranquillamente - di come il lavoro sta procedendo, perché credo sia la prima volta che giovani ricercatori e studiosi si riuniscono a discutere di Tondelli e della sua opera. Non solo per celebrarlo come un santino ma per discuterne direttamente, vivacemente, dibattere della sua poetica, delle sue opere. Vi ricordo lo stile che ci stiamo dando, cioè lo stile del seminario, dunque l'ascolto di queste relazioni non è l'ascolto di una conferenza o di una serie di conferenze, ma solo la raccolta di stimoli che possano poi provocare domande per l'ulteriore lavoro personale o poi anche di gruppo nel momento del dibattito. Nella seconda parte di questo incontro, dunque, oggi avremo tre relazioni. Brevemente: la prima, di Sandra Siegert, su Tondelli e la sua ricezione in Germania; la seconda di Silvia di Fresco, dell'Università di Bologna, Un weekend postmoderno come romanzo critico - la sua tesi è già stata introdotta un po' da Giulio Iacoli; quindi Chiara Gualdi, sempre dell'Università di Bologna, su Tondelli e l'educazione alla letteratura.
Nel ringraziare tanto Giulio, Cary ed Emanuela per il loro contributo, presento Sandra Siegert. Se noi siamo qua è merito suo, perché l' idea è sua ed è bene questo ricordarlo. Sandra parla benissimo l'italiano, ma è tedesca, come si capisce dal suo cognome. Si è laureata nel marzo del 2000 presso la Johannes Gutenberg-Universität di Mainz, Magonza in italiano e il titolo della sua tesi, lo ricordavo - la traduzione dal tedesco all'italiano è la sua - è: Pier Vittorio Tondelli, contesto sociale, politico e geografico dell'opera. Si trova a Pavia, presso il Collegio Ghislieri, almeno ha abitato presso il Collegio Ghislieri per la connessione, questo link che esiste fra l' Università di Mainz e questo prestigioso collegio italiano. Premetto che la sua relazione è di particolare interesse perché mentre tutti, possiamo dire, tutti noi - lo abbiamo visto anche nelle citazioni che abbiamo fatto - conosciamo abbastanza bene, discretamente, il mondo anglo-americano, conosciamo ben poco del mondo tedesco e della ricezione che di Tondelli si è avuta nel mondo tedesco. In qualche modo non riusciamo neanche a controllare bene le traduzioni, per cui Sandra ci parlerà un attimo anche di questa dimensione, della traduzione in tedesco dell'opera di Tondelli. Lascio a lei la parola. Vi prego di ricordare che dopo ci sarà un momento di dibattito, per cui, come è avvenuto nel primo momento, ecco, preparate domande per questo secondo momento. A lei la parola.

INTERVENTO DI SANDRA SIEGERT(pdf 271 Kb)

Antonio Spadaro : Mi permetto di sottolineare una cosa, un tema caldo ... le riflessioni sulla traduzione in tedesco, che credo siano assolutamente fondamentali per i qua presenti. Credo sia uno degli obiettivi del Centro di studi e di documentazione "Tondelli" non solo raccogliere i materiali ma anche riflettere su come questi materiali vengano utilizzati e in questo caso anche tradotti. Qui certamente questa riflessione mi sembra molto importante. Circa l'ultima cosa che Sandra diceva, la domanda è un po' questa, ma non chiedo ovviamente subito una risposta. L'opera di Tondelli è da considerare all'interno del pacchetto gay-fiction o gender studies a livello di studi, oppure no? Proprio Viller Masoni, se ricordate, accennava al convegno di Reggio Emilia e una delle osservazioni che faceva Peter Ayrton, l'editore inglese di Camere separate - che è l'unica traduzione in lingua inglese delle opere di Tondelli che abbiamo - è che, ahimè, in qualche modo il rischio è quello di confinare quest'opera all'interno di un pacchetto di genere. Io credo che da una parte in Italia non si sia fatta una riflessione seria su questo argomento, a livello di gender studies, e, secondo, che ci sia il rischio di confinare l'opera tondelliana all'interno di un settore, mentre - dal mio punto di vista - l'importante è sottolineare l'universalità di quest'opera, che ne fa poi la grandezza. Colui che recepisce l'opera di Tondelli, il lettore di Tondelli è qualunque essere umano. Il fatto di aver attraversato e vissuto pienamente, dunque di mettere in luce, la condizione omosessuale, non significa che i lettori di Tondelli debbano necessariamente appartenere a questo pubblico. Ma credo che il pubblico sia a 360° e questo è un altro discorso che sta emergendo, molto bello. Questa è la mia domanda, ma mi sono dato anche la risposta.

Sandra Siegert : No, io direi che il problema in Germania sta nel fatto che appunto la traduzione di Altri libertini secondo me non è stata fatta bene. Per cui magari quest'opera non viene nemmeno considerata come opera importante dello scrittore. E per cui magari viene considerata più importante Camere separate che magari potrebbe essere, che è sicuramente più gay di Altri libertini.

Antonio Spadaro : Però ecco, neanche da questo punto di vista si sono fatti degli studi, i gender studies, anzi, non si sono fatti. Questo è un'altra mancanza, secondo me, un buco, una mancanza all'interno della lettura critica, che è bene che sia coperta ...

Sandra Siegert : Magari l'anno prossimo c'è un intervento ...

Antonio Spadaro: ... al seminario ...

X : C'è anche magari un problema di mercato editoriale, un problema, diciamo, strutturale, che è quello di farsi un nome, cioè quello di creare cassette, scaffali, allora è difficile ... poi se le traduzioni sono così malfatte ...

Emanuela Patti : Volevo solo aggiungere una cosa a quello che avevi già detto, una cosa interessante, anche in riferimento a quello che dicevo prima. Ne parlavo prima in macchina con Sandra, secondo me quello che sta facendo la grandezza di Tondelli, e anche il motivo per cui sta acquisendo sempre più importanza, è proprio questa inclusività, che poi tra l' altro è una cosa comune a Dante, il fatto, cioè, di poter essere letto da tanti punti di vista e di poter essere approcciato - se esiste il verbo - sotto diversi aspetti. Secondo me questo significa che c' è tanto di umano, e c'è tanto per tutti: è quindi l'inclusività che fa la grandezza di uno scrittore.
Silvia di Fresco : Vorrei dire una cosa: ho potuto leggere la versione spagnola di Altri libertini e ho riscontrato gli stessi errori, le stesse mancanza che dicevi tu prima. Probabilmente è stato pubblicato soltanto Altri libertini, [...] la traduzione è pessima, è troppo intrisa di italianità, italianità che non viene spiegata, non c'era nell'edizione nemmeno una nota critica che potesse spiegare le eventuali differenze, quindi magari chiarire ...

Antonio Spadaro : Segnalo l'edizione catalana di Rimini. Tondelli è stato tradotto, parlando di Spagna come penisola iberica, in castigliano, Altri libertini, mentre in catalano è stato tradotto anche Rimini. Interessante è questa scelta di Rimini, sarebbe da [...]
Silvia di Fresco è di Vergato, in provincia di Bologna, è nata a Bologna. Qui abbiamo anche delle persone che vengono dalla Sicilia, che sono le più puntuali, ovviamente, altre che vengono da Londra; invece i ritardatari sono proprio i bolognesi ... Silvia è laureanda, ha seguito i corsi di Ceserani, dunque appartiene a quel filone di studi che accomuna lei ma credo anche Giulio; quindi ha seguito vari altri corsi: si è occupata dell'opera tondelliana all'interno di questi studi sulla letteratura del postmoderno e ha seguito anche le lezioni di Alberto Bertoni, che è un'altra figura di primo rilievo e sarà anche presente domani, anche lui membro del Centro studi e documentazione "Pier Vittorio Tondelli". Lei ha scelto di indagare il tema del Weekend postmoderno, questo testo che lei ha definito, e non solo lei, un romanzo critico, ma sarà interessante per noi capire perché questo testo possa essere definito romanzo critico.
Silvia di Fresco : Nel recente convegno di Reggio Emilia, Pier Vittorio Tondelli. Dieci anni dopo, la maggior parte degli studiosi hanno ritenuto che l'ultimo romanzo fosse Camere separate. In realtà la mia tesi è volta proprio a dimostrare che l'ultimo romanzo sia Un weekend postmoderno. Questa considerazione nasce dalla nota di Fulvio Panzeri alla prima edizione dell'opera, dove si afferma appunto che il Weekend sia un romanzo critico ...

INTERVENTO DI SILVIA DI FRESCO(pdf 325 Kb)

Antonio Spadaro : Un intervento certamente molto denso, ricchissimo di stimoli per domande, che voi chiaramente state preparando, che avete già pronte ... Faccio solo notare che nella prima parte del nostro incontro, del nostro pomeriggio, sostanzialmente le citazioni, gli invii, le letture intertestuali sono state effettuate con autori non-italiani. Mentre in questo secondo intervento credo che non ci sia stata neanche una citazione di un autore non-italiano. È interessante questa constatazione, almeno spero che lo sia, ed è interessante anche il fatto che sia emerso un nome, al quale qualcuno ha accennato con un grande sì della testa, che è Carlo Coccioli, autore assolutamente dimenticato nel nostro panorama italiano. Ormai vive in Messico da molti anni, sarebbe il caso di valorizzare meglio anche questo rapporto che è stato prima epistolare attraverso una cartolina, esattamente, i sigari e lo stivale e lo scorpione, e poi il rapporto anche sostanziale che è stato importante per Tondelli ma anche per Coccioli. Coccioli addirittura ha detto che Pier Vittorio Tondelli in qualche modo gli aveva salvato la vita. Questo, secondo me, ha un senso molto forte, non sono parole lasciate così ... Avete domande da fare, così a bruciapelo? Possiamo quindi passare ... vi ricordo che alla fine poi tutti i relatori saranno qui schierati, potremo bombardarli di domande. Quindi grazie, allora.
Passiamo a Chiara Gualdi. Chiara è di San Martino in Rio, dunque qui vicino, vicinissimo, a pochi chilometri. È laureata a Bologna, storia della letteratura italiana, con il professor Alberto Bertoni, il tema della sua tesi Invenzioni letterarie, Tondelli scrittore. Si sta preparando per il prossimo esame di dottorato, è attualmente a Parma, frequenta la scuola di specializzazione per l'insegnamento e ci parlerà di Tondelli e l'educazione alla letteratura. Già un accenno alla dimensione pedagogica di Tondelli, una dimensione fondamentale della sua opera di uomo e di scrittore, è contenuto nella relazione di Silvia, adesso sono molto contento che ci sia un intervento centrato direttamente su questo tema.

Dott.ssa Chiara Gualdi : Volevo ricordare alcuni consigli che Tondelli aveva dato a chi si voleva avvicinare alla scrittura, e in modo particolare alla letteratura ...

INTERVENTO DI CHIARA GUALDI(pdf 165 Kb)

DIBATTITO E CONCLUSIONI

Antonio Spadaro : [...] citazioni tondelliane sono entrate nel suo discorso, ci ha parlato in qualche modo come parlava Tondelli. Direi a questo punto di fare una cosa, prima di passare al dibattito vero e proprio. Vorrei sapere, vogliamo tutti sapere, se qui dentro ci sono delle persone che non hanno parlato, non hanno avuto uno spazio personale, ma che stanno, di fatto, lavorando a un progetto di tesi su Tondelli. Ogni tesi, appunto ... allora, vi passo il microfono, ci spiegate direttamente il senso della vostra ricerca, potremmo anche pensare una cosa, lanciare una novità, non so se è il caso ... se volete, cioè, potremmo creare una mailing list, adesso che più o meno ciascuno di voi ha un indirizzo internet, di ricerca sull'opera di Tondelli, perché no, allora potrebbe essere una buona idea, chi vuole, chi se la sente, ma chi se la sente ... insomma, non c'è bisogno di sentirsela, ma per chi ha voglia di confrontarsi con altri sulle proprie [...] critiche, chi ha l'indirizzo di posta elettronica, metterò qui un foglio, lo scriva, [...] questa lista, sarà un modo anche per comunicarci i nostri successi, ovviamente le tesi, le nostre idee, i nostri eventuali insuccessi, cioè idee o tesi che avevamo progettato, ma che poi sono fallite miseramente perché poi lavorando sui testi le tesi non hanno retto. Credo che servirà anche ad aumentare la conoscenza, dunque una mailing list non di espressione di sentimenti, diciamo, in forma di diario, perché sappiamo ... ma un forum di studio, una mailing list un po' seriosa, tutto sommato. Allora dicevo, chi di voi ha in cantiere o in corso dei lavori di ricerca che possano andare da un lavoretto dopo-corso a una tesi di laurea a un progetto di dottorato, lo dica in modo che si sappia, anche per un confronto. Voi siete già iperdottorati, dottori, allora, Luigi, nome e cognome, università, titolo del lavoro ...

Luigi Levrini : Mi chiamo Luigi [...] e sono un concittadino di Tondelli; studio a Bologna, mi sto laureando in letteratura italiana, con il professor Battistini, e sto facendo una tesi su Tondelli. Nel mio lavoro mi occuperò in particolare di Camere separate, ma ho intenzione di considerare anche gli altri romanzi di Tondelli. Intendo affrontare il problema del rapporto tra Tondelli e la tradizione emiliana o, più ampiamente, il rapporto tra l'opera di Tondelli e la tradizione lombarda, o padana [...]. Sono ancora a metà del guado, quindi non ho ancora le idee del tutto chiare sul lavoro che mi aspetta; spero di laurearmi a marzo; ora sto scrivendo, e ancora non ho chiarito, neppure a me stesso, tutti gli aspetti della mia ricerca. Il mio punto di partenza è un saggio di Francesco Arcangeli, che si chiama Natura e espressione nell'arte bolognese ed emiliana, che è un saggio molto importante e rappresenta un tassello fondamentale di un approccio critico, a livello letterario e artistico, di tipo geografico. Era il catalogo di una mostra tenutasi nel 1970 a Bologna sugli artisti della tradizione emiliana e padana. Con questo saggio Arcangeli individuava all'interno di questa tradizione delle costanti, delle caratteristiche che avevano una portata generale e che, a mio parere, si possono estendere alla letteratura e, nel caso specifico, all'opera di Tondelli. Ovviamente Arcangeli scriveva di arte, prendeva in considerazione l'ambito pittorico, scultoreo e se il passaggio dall'arte alla letteratura non è immediato, tuttavia è plausibile e, a mio parere, fecondo. Nel mio caso risulta particolarmente interessante, dal momento che Tondelli è praticamente un nostro contemporaneo ed è molto difficile tentare una sua collocazione storica, che potrà essere effettuata, più plausibilmente, fra cinquant'anni. Cercare, tuttavia, almeno di inserirlo all'interno di una tradizione così vasta - come potrebbe essere quella emiliana e padana - ci aiuterebbe a rilevarne certi aspetti, a capire perché i suoi romanzi presentino certe caratteristiche anziché altre e, quindi, a fare un primo tentativo di inquadramento storico - inserendolo all'interno di una cultura, di una civiltà, di un ambiente. Con questo non voglio relegare l'opera di Tondelli a un ambito strettamente regionalistico, perché i suoi libri certamente non sono tacciabili di provincialismo - e il fatto che qui oggi ci siano dei ricercatori provenienti da tutto il mondo (USA, Brasile, ecc.) lo dimostra. I libri di Tondelli, pur essendo così intrisi di emilianità, così calati in un "tramando" regionale - quasi fisicamente, nella terra da cui provengono - sono in grado di parlare un linguaggio che è universale, comprensibile a tutti, affrontando tematiche che hanno una portata universale. Da questo punto di vista - e mi concedo una digressione - tutti i tentativi di gettare discredito sulle opere di Tondelli, in quanto "minimali" o "minimaliste" - soprattutto riguardo a Camere separate, che da alcuni è stato considerato un romanzo rosa - a mio parere sono tutt'altro che fondati. Camere separate - sul quale si appunterà la mia analisi - è un romanzo, semmai, massimale - come sottolinea Antonio Spadaro - in quanto affronta delle tematiche di una portata talmente vasta che travalica confini sia fisici che generazionali; Tondelli - scrittore generazionale - riflette nella sua opera l'immagine di un'epoca più ampia, e di un'intera civiltà; anche il riferimento a Dante - introdotto da Emanuela Patti - è interessante sotto questo aspetto. E possibile dedicarsi a una ricerca approfondita dei tratti comuni a Dante e Tondelli; ma è indicativo già il fatto di provare a gettare un ponte - che qualcun altro potrà approfondire, se lo riterrà utile. Visto che mi trovo a parlare, aggiungo un ultimo commento riguardo al rapporto fra Dante e Tondelli - anche se esula del tutto dall'ambito dei miei studi. […..] in cui c'è una citazione di Beatrice, la Beatrice della Vita nuova, e Kerouac, americano del XX secolo, con un retroterra di letture certamente non scolastiche, se confrontate con quelle più comuni in Italia, rilegge Dante, il "giovane" autore della Vita nuova - la prima opera letteraria italiana, per rimanere nell'ambito dell'originario, di ciò che scaturisce per primo - e nello scrivere Maggie Cassidy - opera molto amata da Tondelli - ossia il proprio "romanzo d'amore", basato sui ricordi dell'adolescenza, utilizza proprio Dante tra i suoi modelli. Anche per questo - ritengo - il parallelo fra Dante e Tondelli non è arbitrario, così come dimostra anche la fortuna di Dante presso numerosi poeti del secolo scorso - un Dante riletto in maniera sempre nuova, fuori dalle versioni ufficiali. E' possibile, quindi, rileggere Dante, attraverso Tondelli, che legge Kerouac che cita Dante. Anche Camere separate presenta la tematica sentimentale, al pari di Maggie Cassidy. E la dimensione del rapporto amoroso, così come è descritto in Camere separate, legato anche alla fisicità, è più vicina alla visione del Dante della Vita nuova, se vogliamo azzardare questo paragone, che non a quello della Divina Commedia - infatti tu citavi Francesca, che rappresenta, nella Divina Commedia - riletta, come fa Contini, come un'autobiografia "professionale " - la fase giovanile della scrittura di Dante, quella del Dolce Stil Novo, per la quale il bolognese Guinizzelli - e, con lui, Dante - nella Commedia è costretto a purgare.

Antonio Spadaro : Condivido pienamente quanto dici, qualcuno notava la somiglianza fra i nomi di Beatrix e Beatrice, e poi voglio solo ricordare che un romanzo, uno degli Under 25, cioè Guido Conti, Sotto la terra e il cielo, di fatto è la ripresa proprio della Vita nuova di Dante. La struttura intendeva essere quella, per cui è interessante vedere questo filone, sarebbe interessante andare a fondo. Altri giovani studiosi, più o meno in erba, specifichiamo che tipo di erba ...

Alessandra : Mi chiamo Alessandra, studio a Catania e sono di Ragusa. Il mio progetto su Tondelli risale a non moltissimo tempo fa. Non l'ho studiato all' università, non l'ho studiato a scuola, anzi, in Sicilia è quasi sconosciuto. Però ho provato una fortissima emozione davanti alle sue opere, di qui la decisione di proporre una tesi su di lui - proposta fortunatamente ben accettata anche dall'insegnante con cui sto lavorando. Ho iniziato da poco, in effetti, la tesi, quindi anche io non ho ancora un progetto chiarissimo. L'intento sarebbe quello di concentrarsi sulla scrittura emotiva e sul sentimento d'amore per Tondelli, quanto questo sentimento abbia potuto influire anche sul suo tipo di scrittura. L' esigenza di essere qui deriva soprattutto dalla scarsità di materiale reperibile in Sicilia, sia tra le biblioteche che tra le librerie. Se posso dire un'altra cosa, sono abbastanza soddisfatta anche di questo primo seminario perché ha offerto parecchi spunti su cui riflettere, su cui lavorare, sperando di poterli mettere a frutto. Tutto qua.

Antonio Spadaro : Grazie, da siciliano sono molto contento. Altri ...

Francesca Brizi : Io mi chiamo Francesca Brizi e studio all'Università di Perugia, mi laureo in letteratura contemporanea con una tesi su Tondelli e ho scelto di parlare del linguaggio di Tondelli e di tutte le influenze letterarie dalle quali questo linguaggio è derivato, delle letture che lui ha fatto e dell'ambiente culturale dove ha vissuto. Quindi ho analizzato Bologna, il Dams, l'ambiente del Dams, tutti i fermenti che animavano il movimento studentesco del settantasette; poi ho scritto di Andrea Pazienza, del suo rapporto con Tondelli, dell'influenza del fumetto e del rock demenziale sulla scrittura di Tondelli, della presenza dell'ironia del rock demenziale nella scrittura di Tondelli. Ho analizzato anche i rapporti di Tondelli con le neoavanguardie, per questo ho studiato Ballestrini e Sanguineti e tutti i membri della neoavanguardia, osservando come Tondelli sia partito proprio dall'esempio di questa scrittura che era anticonformista - una scrittura che in sostanza curava molto la forma, l'aspetto esteriore - e come abbia fatto uso di questa scrittura per tornare a raccontare storie, a differenza della neoavanguardia, che aveva ritenuto impossibile raccontare storie, perché aveva dichiarato che non c'era più niente da raccontare in un mondo dove il caos, il fermento che questo caos aveva creato [...]. In particolare, ho analizzato il rapporto tra Arbasino e Tondelli e anch'io, come Silvia Di Fresco, ho studiato il romanzo critico, però, anziché considerare il romanzo di cui ha parlato Silvia, ho cercato di mettere in luce il rapporto tra il Weekend postmoderno e Fratelli d'Italia, rapporto che a mio parere è molto importante perché sono tutti e due romanzi in un certo qual modo generazionali, anche se raccontano due generazioni diverse, perché la generazione di Arbasino è quella degli anni sessanta, del boom economico mentre quella di Tondelli è quella che vive la disillusione degli ideali degli anni settanta. Altre differenze risiedono nel fatto che il movimento studentesco del settantasette si manifestò in piccoli gruppi isolati, con il contributo degli autonomi, ma mi sembra che su questo argomento [...] il discorso diventerebbe troppo lungo. Poi ho analizzato il rapporto tra Tondelli e la beat generation, dall'influenza che questa ha avuto sui movimenti studenteschi - in Italia quelli del sessantotto e del settantasette - a come i l movimento beat è stato recepito in Tondelli, s'è diffuso nell'ambiente dove è vissuto e, non per ultimo, l'influenza che ha avuto il linguaggio beat sella scrittura tondelliana. Infine, mi manca l'ultimo capitolo - sto per laurearmi a febbraio - che riguarderà la scrittura postmoderna fino alla scrittura minimal; quindi le influenze della letteratura austriaca, la Bachmann, Carson McCullers, poi Peter Handke ecc.

Antonio Spadaro : Grazie, altri studiosi, studenti, è d'obbligo che chieda, Giulio ha già parlato, poi Sandra, ma qui c'è un'altra persona che ha già fatto la sua tesi, Mauro Vianello, lo invito a spiegare brevemente gli elementi del suo lavoro.

Mauro Vianello : Spiegare brevemente il senso del lavoro, molto brevemente ... Io sono partito, ho cominciato circa quattro anni fa, poi la mia tesi l'ho data un paio di anni fa, a Venezia. Mi sono laureato nel giugno del '99 e, quando ho cominciato a studiare io, non esistevano delle monografie sull'autore, quindi ho ritenuto quasi - diciamo - obbligata la strada da percorrere, quella di fare una monografia. Ho scelto la produzione narrativa anche per porre dei paletti, dei limiti al lavoro, perché altrimenti sarei ancora lì a lavorare. All'interno di questa produzione, quindi, ho scelto determinati criteri: il criterio cronologico mi è sembrato consono al tipo di lavoro che stavo facendo. Per me è stato basilare non isolare l'autore, cioè non mettermi lì sui quattro libri e affrontarli così, ma cercare di collegarlo continuamente con la tradizione precedente e la produzione contemporanea. Questo come uno dei criteri base del mio lavoro. Altro criterio base è stato quello di partire sempre e comunque dal testo e quindi di cominciare con un'analisi testuale piuttosto dettagliata e cercare di ricavare delle conclusioni critiche che fossero giustificate da quello che trovavo nel testo, non di partire da un'idea critica e andare a cercarne nel testo la conferma. Lo strumento fondamentale per me, per il mio lavoro è stato quello di utilizzare gli altri scritti di Tondelli come un sottotesto che mi verificasse la produzione narrativa, quindi ho fatto anche uso, chiaramente, di Un weekend postmoderno e L'abbandono e di tutto quello che trovavo nelle interviste con Panzeri e praticamente tutto quanto potevo trovare detto dall'autore stesso, soprattutto sulla sua opera e a volte non solamente su questa. Ritengo che, sì, ci siano state delle parti anche abbastanza interessanti. Mi sembra di aver fatto un buon lavoro soprattutto sul linguaggio. Quindi sono partito, cronologicamente, chiaramente da Altri libertini. Ho fatto una discreta introduzione al periodo storico cercando di analizzare un po' cosa succedeva non solo in letteratura ma anche in storia, cercando di ricollegare sempre l'evento letterario al momento storico. Ho fatto un'introduzione cercando di affrontare il romanzo di formazione, quindi ho parlato un po' di Porci con le ali e sono arrivato al Boccalone; ho individuato Celati come un precedente fondamentale e ho individuato poi delle memorie, diciamo, celatiane all'interno del lavoro tondelliano: anche in questo caso, secondo me, si tratta di aspetti piuttosto interessanti, soprattutto nei confronti di Altri libertini e Pao Pao. Dicevo del linguaggio. Soprattutto di Altri libertini ho fatto un'analisi molto dettagliata del prodotto e ho analizzato ovviamente le componenti, le modalità d'attuazione del linguaggio tondelliano. Rileggendo la mia tesi adesso, mi sembra forse che questa sia la parte più interessante, anche perché ho approfondito dei concetti che erano stati un po', per così dire, annunciati, ma non percorsi a fondo, e io credo di aver cercato di farlo, insomma. Un'acquisizione raggiunta a posteriori, che mi è parsa essere particolarmente significativa, è quella di ritornare sempre ad Altri libertini per spiegare tutto quanto il percorso artistico tondelliano e trovare che tutto sommato Camere separate sembra terminare un percorso che è iniziato lì, in Altri libertini , dove era già dato il senso della strada da percorrere. Non a caso in Camere separate ci sono moltissimi ritorni ad Altri libertini . Quando prima ti ho fatto la domanda (ad Emanuela Patti, n.d.r.), e ti ho detto che in Altri libertini , secondo me, c'è già una via di fuga, che è l' altro, e che nell'esaltazione finale di Autobahn l'altro diventa, sì, il lettore e in un certo senso la scrittura in sé diventa la possibilità di salvarsi e di ancorarsi all' altro, di fatto questo non lo dico io, ma lo dice Tondelli, perché quando in Camere separate Tondelli riinscena tutto quel ricordo di Leo-bambino, di fatto fa apparire come la salvezza per Leo-bambino diventi la scrittura: è sintomatico, al termine dell'episodio, il momento in cui Leo si mette a leggere il giornale affisso. Insomma, ho cercato di ricavare le mie acquisizioni all' interno della pagina e ho trovato che Altri libertini ritornava continuamente come momento chiarificatore dell'opera anche successiva. Ho fatto l'esempio su Camere separate, ma potrei tornare su Rimini, potrei tornare a Pao Pao. A grandi linee questa è stata la mia tesi.

Antonio Spadaro : [...] la memoria ...

Mauro Vianello : Certo, perché ho cercato di condensare la partenza con l'arrivo, se vogliamo. Quindi partire da una scrittura più "a caldo", che è quella di Altri libertini ... in quanto gli avvenimenti narrati, in base ai dati che mi dà il testo, sono riferibili agli anni immediatamente precedenti alla stesura del romanzo - mi pare che la data più lontana sia il settantaquattro, in "Viaggio", per cui sono avvenimenti molto vicini. E arrivare a vedere come in Camere separate si giunga a una scrittura più meditata - io l'ho chiamata "narrativa della memoria" - nel senso che c'è questo ripercorrere continuamente la propria produzione attraverso il meccanismo dell'autocitazione, che cominciava già a funzionare in Rimini. Comunque, è proprio questo che ti fa vedere come ci sia una coerenza sostanziale di fondo, anche se ad una prima occhiata potrebbero sembrare dei romanzi differenti. Soprattutto con Rimini c'è stata molta critica insorta nei confronti di questa scelta, c'era chi vedeva Rimini come un romanzo distanziato rispetto alla produzione tondelliana. Molta critica ha invece apprezzato Rimini come primo romanzo "ben fatto", come primo romanzo degno di questo nome perché Pao Pao sembrava troppo ridotto, perché Altri libertini ha avuto il problema che conosciamo. A me è sembrato che tutto sommato Rimini non sia stato un romanzo così lontano da tutto quello che Tondelli aveva fatto prima e da quello che avrebbe fatto dopo, anzi! Quindi ho cercato di individuare questa coerenza di fondo nel suo percorso letterario. Finisco dicendo una cosa che mi premeva: tra le varie cose che mi proponevo quando ho cominciato a fare questo lavoro c'era di cercare di dimostrare la posizione dell'autore e del suo percorso come paradigmatici nei confronti delle sorti del romanzo italiano di quegli anni, e credo che questo sia indiscutibile.

Antonio Spadaro : Grazie. Inviterei qui Giulio per sentire due parole sulla sua tesi visto che non ha parlato della sua tesi ...

Giulio Iacoli : Sì, anche perché effettivamente la mia tesi sembra oramai un pezzo di archeologia, nel senso che ho iniziato anch'io nel '98 ed era appena uscita soltanto la monografia di Roberto Carnero. Ma era una cosa che - devo dire la verità - era assolutamente, come posso dire ... non trovavo professori che volessero questo genere di tesi, ho un po' vagato finché non ho avuto questa fortuna di proporla a Remo Ceserani, che era appena arrivato a Bologna e ha detto: "ma sì, perché no", anche perché c'era stato una circostanza fortunata, cioè Ceserani aveva avuto in visione prima della sua uscita L'atlante del romanzo europeo milleottocento- millenovecento, che Franco Moretti avrebbe poi fatto uscire quell'anno per l'Einaudi. Quindi, insomma, Alberto Bertoni anche aveva tenuto un corso sulla geografia letteraria in Emilia Romagna e c'era questa attenzione alla mappatura dello spazio all'interno della letteratura, nella narrativa in particolar modo, e quindi l'idea di una geografia letteraria - io peraltro mi volevo laureare in geografia precedentemente: sono tutte cose che un po' si sono incontrate tra di loro. E - l'aveva accennato Sandra prima - la tesi era divisa su quattro autori: i due spazi principali erano quelli dedicati a Celati e a Tondelli. Devo dire la verità, su Gianni Celati soprattutto la trilogia padana, di Narratori delle pianure, Verso la foce, Quattro novelle sulle apparenze, invece su Tondelli un po' tutta l'opera narrativa, ma appunto con anche un po' di riferimenti al Weekend postmoderno. Ma devo dire che, tutto sommato, è stato molto bello poter lavorare su Tondelli, su autori così presenti rispetto ai nostri anni. Poi ho anche avuto la fortuna di incontrare autori come Celati e altri con cui si sono costruiti dei bei rapporti. Quindi credo che quest'idea di una critica, per così dire, militante, su autori veramente molto vicini - rispetto ai quali magari non c'è quella lontananza critica cui accennava Luigi - comporti anche un rischio che è compensato, tuttavia, dalla bellezza di lavorare effettivamente su materiali così presenti, così pulsanti nella contemporaneità. A Luigi avevo già detto di andare avanti e tutto: effettivamente l'idea di Arcangeli è molto bella, nel senso che quando uscì la mostra, quella su Natura ed espressione nell'arte emiliano-romagnola, in realtà si iniziò concretamente a parlare di geografia artistica e da questa idea delle inquadrature sui dettagli, sui margini, potrebbe partire anche una teoria di narrativa, che io avevo esposto e tutto, ma che effettivamente, se centrata su Tondelli, può portare anche a delle intersezioni sui discorsi di genere di cui parlavamo prima: da questo punto di vista il margine geografico può avere delle coincidenze con il margine sociale… Questa direi che è la linea della tesi ...

Antonio Spadaro: A questo punto, ci sono altri che hanno già fatto la tesi su Tondelli? Sandra, che vedo un po' incerta, ma almeno un ..

Sandra Siegert: Non mi ricordo nemmeno più il titolo per cui dovresti dirmelo tu in italiano. Pier Vittorio Tondelli, contesto sociale, politico e geografico della sua opera. Okay, praticamente mi sono riferita soprattutto ad Altri libertini, ho spiegato quanto per il lettore tedesco soprattutto Altri libertinisia appunto molto vicino alla realtà. Per cui ho esaminato per esempio quando Tondelli parla nel racconto "Viaggio" delle manifestazioni davanti alla Scala per l'inaugurazione annuale della Scala il 7 dicembre e poi ho preso gli articoli del Corriere, della Repubblica di quell'anno lì, che era, mi sembra, il settantasei, non mi ricordo, perché poi Viaggio è comodissimo in quel senso lì, perché dà proprio tutte le date, c'è tutto il percorso diacronico. Ho fatto proprio il confronto fra la realtà descritta negli articoli e descritta in Altri libertini. Poi la stessa cosa con la geografia, con i luoghi dell'Emilia Romagna, di Reggio Emilia, della Bologna rappresentata da Tondelli eccetera, e sicuramente è soprattutto interessante per il lettore tedesco che non conosce i luoghi, per cui ho spiegato un attimo la Bologna di quegli anni lì eccetera. Volevo chiedere una cosa a te, Silvia ... perché non mi ricordo se l'impostazione del Weekend postmoderno era poi stata cambiata nell'edizione delle opere complete, della Bompiani.

*Silvia di Fresco : Sì, però era stata una scelta motivata filologicamente: era stato inserito il racconto Madrid nello scenario Viaggi , proprio perché per Tondelli Madrid aveva avuto un significato particolare e Panzeri motiva questa scelta di cambiare. Inoltre nell' edizione completa stacca "Under 25" [...]. Diciamo che la scelta su Madrid è molto importante anche per capire la presenza di Juan Gatti [...] visto che Tondelli avrà vissuto Madrid in un determinato modo - fra l'altro, spiega anche quale è stata la Madrid che ha vissuto, la movida madrileña, visto che la Spagna è uscita dalla dittatura di Franco nel settantacinque e negli anni ottanta viveva il periodo postmoderno, che era arrivato - si può dire - improvvisamente, come una liberazione totale della vita. Tondelli è andato lì a cogliere anche i lati più melanconici di Madrid. C'era in lui, insomma, l'idea di offrirne una visione globale. Nella mia tesi faccio riferimento alla prima edizione dell'opera, quella del novanta, semplicemente perché la conosco meglio, nel senso che comunque ho letto quella e facendo un' operazione [...] filologica mi sembra più corretto riferirmi alla prima edizione, anche se Panzeri ha spiegato perfettamente il motivo logico dei cambiamenti fatti all'interno dell'edizione Bompiani.

Antonio Spadaro : Altre domande? Io ne avrei una ma non so bene a chi farla. Il rapporto di ... possiamo andare avanti per un quarto d'ora, ci siete? Vedo il fumo che esce da qualche cervello, è preoccupante. Sì, il rapporto tra la vita e la scrittura, che emergeva anche nell'ultimo intervento. C'è già una domanda, forse ... una risposta, più o meno ... una risonanza ... Il rapporto tra la forma e il contenuto, per dirlo in termini anche banali. Cioè, quanta vita di Tondelli passa: questione, direi, quasi banale, però, in genere, le cose fondamentali sono soprattutto banali, molto semplici. Ora, il senso della scrittura tondelliana, il suo rapporto tra la scrittura e la vita, dove per vita non intendo la biografia ma la vita con tutti i significati che questa cosa può avere, un po' come diceva Giulio per la parola felicità. L'intervista che Giancarlo Susanna ha realizzato anni fa, pubblicata su Music, poi ripubblicata nell'opera omnia, dà delle risposte secondo me straordinarie su questo tema. Però rimane comunque una domanda. Infatti le obiezioni fondamentali che vengono fatte sull'opera tondelliana, sia detto per inciso, soprattutto riguardo al secondo Tondelli, sono di chi critica - diciamo così - l'aspetto vitale, la presenza cioè della vita, soprattutto della biografia, nell'opera. Devo dire, ho avuto un grosso privilegio in questi anni, quello di poter lavorare a diretto contatto con la biblioteca tondelliana e gli scritti suoi. Questo mi ha permesso di verificare, anche leggendo qualche lettera, quanto vitale fosse il suo rapporto con la scrittura e direi che la scrittura per Tondelli non era solo corpo, come dicevo prima, o magari il sangue. Direi quasi: soprattutto le parole di Camere separate sembrano grattate dalla sua stessa esistenza. E questo fa un problema a molti. Ritornando alla domanda, la domanda è, anche questa, banalissima: quanto la letteratura è vita, quanto è forma? [...] Questa domanda è molto generale, ma secondo me l'opera di Tondelli la pone esplicitamente. La risonanza ...

Stas Gawronski : Buona sera a tutti, siamo arrivati da un'ora, dopo un viaggio da Roma avventuroso, e siamo molto felici, io, Giancarlo (Giancarlo Susanna, n.d.r) e Alessandro (Alessandro Carbone, n.d.r) di essere arrivati in tempo per gustare già fortemente il lavoro che si sta facendo. Io ho trentasette anni, mi occupo da un paio d'anni di animare il laboratorio di scrittura creativa dell'associazione culturale Bombacarta, a Roma. Ho detto la mia età perché in realtà sono più grande di voi, diciamo di voi tesisti, però mi sento perfettamente in armonia con voi perché negli ultimi anni della mia vita Tondelli è stato per me un sentiero di approfondimento umano e culturale molto forte, e gli appunti che prendo, i libri che sottolineo, sia dalla sua opera che da articoli e libri che vengono scritti, sono come un lavoro di tesi. In un certo senso sento che sto scrivendo una tesi che non sarà da presentare a un professore ma è una tesi che io presento tutti i giorni a me stesso perché sento di doverla fare. La risonanza è in relazione a quello che si è detto a proposito del laboratorio "Under 25" e quindi del rapporto fra arte e vita e al fatto che Tondelli diceva esplicitamente: "L'importante è raccontare le proprie esperienze inventando dei personaggi". La difficoltà che hanno le persone che frequentano il mio laboratorio di scrittura sono esattamente di quest'ordine. Da una parte c'è una difficoltà a raccontare le proprie esperienze, dall'altra una grossissima difficoltà a inventare dei personaggi. Sono due estremi: ci sono persone che sono completamente alienate dalla propria realtà, quindi se tu gli chiedi di scrivere un racconto, ti scrivono di esperienze che non hanno mai vissuto. Che spesso sono esperienze che vengono dalla televisione, dal cinema o magari da libri che hanno letto, da storie che hanno sentito ma ovviamente ne escono dei racconti che non sono efficaci perché questa esperienza non la hanno vissuta, se non alla lontana. Così hanno questa difficoltà a concentrarsi sulla propria esperienza. L' altro estremo è quello dell'autobiografismo esasperato. Quindi, quando io chiedo: "Ma provate ad inventare un personaggio!", mi sento rispondere: "Inventare? E come si fa ad inventare un personaggio? Io posso parlare di una cosa che mi è accaduta ..." La via di mezzo è il processo che lentamente si fa all'interno di questo laboratorio, che credo fosse anche l'esperienza alla quale Tondelli cercava di orientare le persone di "Under 25", ossia quella di avvicinarsi alla realtà. Da una parte la propria realtà, quindi chi è alienato dalla propria esperienza deve provare a riportarla dentro; dall' altra portare fuori, quindi imparare l'osservazione, l'ascolto. Questo potrebbe essere uno dei temi della mailing list, alla luce dei vostri studi che sicuramente sono ... insomma, ne sapete più di me, senz'altro.
Antonio Spadaro : [...] che non mi ha presentato nessuno, forse qualcuno dava per scontato che fossi una persona famosa, in realtà non [...]. Visto che è stata citata, se non altro, sono presidente di questa associazione che si chiama Bombacarta, che accomuna alcune persone qui presenti [...] che in fondo è una cosa nata in maniera sui generis, insomma da "Under 25", [...] che poi si è sviluppata ed è andata avanti nei suoi percorsi. Questo che diceva Stas sul rapporto scrittura-vita credo che sia uno dei temi fondamentali e che rimane come domanda. Altre domande? Un momento di silenzio ... bene, io a questo punto proverei a chiudere - come vedete siamo giusto in tempo - per cui dobbiamo ringraziare queste due persone che non sono venute, ma delle quali in realtà abbiamo già gli interventi: Cristina Tinfena [...] ho qui in cartella il testo, ma vi ricordo - cosa fondamentale - che tutti i testi che sono stati letti, o comunque utilizzati in parte, saranno integralmente pubblicati sul sito tondelliano. Poi ci faremo dare meglio l' indirizzo del sito. Un'altra questione riguardava questa mailing list: una cosa molto semplice, non so se qualcuno di voi è interessato. Chi fosse interessato, per evitare di lasciare in giro fogli volanti, mi scriva e quindi in poco tempo terrò questa mailing list. L'indirizzo di posta elettronica all'università è il seguente:Spadaro@unigre.it , insegno "Introduzione all'esperienza della letteratura" presso l' Università Gregoriana di Roma. E io farò la mediazione.
Io sono contentissimo perché credo che questo sia stato il primo appuntamento - è un'opinione personale, che può essere non condivisa - ma credo sia stato il primo appuntamento in cui la gente si è incontrata non per ascoltare delle cose o per celebrare o per condividere una passione e basta ma per riflettere, per studiare, per confrontare progetti, per verificarli, per porre domande, e credo che questa cosa vada continuata, che debba avere una prospettiva. Devo ringraziare, a parte Sandra Siegert - e basta! sarà la sesta volta - perché l'idea è sua, anche Viller Masoni perché ha accolto immediatamente e cordialmente questa proposta, e spero che possa avere anche un seguito, perché credo che in questa giornata sono emersi dei contenuti molto forti, cioè la ricerca sia andata avanti. Questo credo che sia il risultato migliore che potevamo raggiungere. Mi stupisco anche del numero, nel senso che noi avevamo preventivato, prima della bufera di neve, un numero di venti persone, di fatto avevo detto di fare venti fotocopie degli hand-out ecc. In realtà abbiamo contato, insomma, più o meno abbiamo superato il numero di trenta presenze. Poi qualcuno è andato via eccetera. Nonostante le bufere, i problemi di viabilità - di cui anch'io sono stata vittima, fra l'altro - se questo è il risultato, direi che va al di là di ogni aspettativa. Io pensavo che ci saremmo ritrovati in sei-sette alla fine, cioè giusto i relatori. Bene, a questo punto lascio ... Domani, ovviamente - ma lo ricorderà Viller - ci sarà questa giornata di celebrazione ma anche di consegna del riconoscimento dei premi legati alla memoria di Tondelli, relativi alle tesi, ai saggi critici e agli scritti inediti, dunque per i giovani scrittori. Bene, vi ringrazio di cuore. Credo, ci diamo appuntamento a domani e all'eventuale contatto successivo.

Sandra Siegert : Anch'io volevo soltanto un attimo ringraziare voi per la vostra presenza e poi soprattutto Antonio per la sua bellissima moderazione e programmazione di tutta la giornata.

Viller Masoni : [...] Purtroppo mi sono perso metà del pomeriggio perché mi sono dovuto occupare di parecchie questioni organizzative per la buona riuscita dell'iniziativa di domani. Appartengo con i piedi e con parte della testa a quella cultura pluriattivistica di cui parlava Iacoli: è un problema molto serio, quello dell'atteggiamento rispetto al lavoro. Prima di pensare questo seminario tondelliano, dal momento che mi occupo di molte cose, un paio di mesi fa, si discuteva alla Camera del lavoro di Reggio di un' iniziativa sul lavoro che, spero, riusciremo a fare nel 2002. Si tratta della terza edizione di Festival Storia, un'iniziativa che appartiene ad un altro filone dell'attività degli Istituti culturali. Si diceva in quell'occasione che fra le angolature a cui guardare a questo grande tema sarebbe interessante analizzare non solo come la letteratura e il cinema hanno guardato al lavoro, ma in particolare come autori specifici hanno guardato, attraverso i personaggi dei loro racconti, in modo diverso al lavoro. E usciva da parte mia, ma anche da parte dei sindacalisti che partecipavano a questo incontro, pieno consenso nell'individuare in Pier Vittorio Tondelli uno degli scrittori che meglio hanno raccontato personaggi che si pongono rispetto al lavoro in un modo assolutamente diverso rispetto ai giovani che invece si riconoscono pienamente in quella cultura produttivistica che credo abbia in Emilia Romagna una delle sue maggiori roccaforti, nel bene e nel male. Personaggi che frequentano non solo le strade fisiche ma spesso anche le strade dell'immaginario nelle nostre terre, diciamo. La mia è solo una battuta, naturalmente, però l'argomento è molto serio e penso andrebbe approfondito, magari nelle prossime puntate di questa iniziativa. Lo dicevo quando c'era ancora la luce del giorno che questo sarebbe stato il primo appuntamento del seminario tondelliano; si tratterà di vedere scadenze e modalità, ma per quel che sono riuscito a seguire di questa giornata convengo con Antonio sul fatto che una iniziativa come questa consente davvero di ascoltarsi, di dire e di ascoltare. E' veramente una giornata di riflessione e di confronto, a differenza di convegni che possono anche essere importanti, ma in cui ci sono personaggi che parlano e una platea che ascolta e spesso gli stessi relatori si ignorano a vicenda. Qui si parla tutti e si ascolta tutti quanti ed escono cose nuove, importanti. Quindi per quanto riguarda l'ambito che ci compete, ovvero la continuazione di questo lavoro su Pier Vittorio, sicuramente questo diventerà uno strumento ricorrente. Questo seminario d'altra parte si muove parallelamente ai premi che noi abbiamo promosso e credo anzi che in qualche misura ne costituirà il compimento, per alimentare e dare continuità ai premi stessi. Mi scuso infine con Antonio: è vero, non l'ho presentato all'inizio (Antonio : era una battuta); d'altra parte mi sono detto: presentare Antonio Spadaro a persone che hanno fatto studi su Pier Vittorio Tondelli sembrerebbe perfino offensivo per cui ... Grazie e arrivederci a domani.





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E' in libreria il volume titolato "Viaggiatore solitario" interviste di PIer Vittorio Tondelli
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Il Ricordo di Fulvio Panzeri da parte di Viller Masoni (già Direttore del CDT)
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"Pier a Novembre" un ricordo di Paolo Landi su Doppiozero.


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