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"Contro le tesi di Massimo Canalini", di Fulvio Panzeri |
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CONTRO LE TESI DI MASSIMO CANALINI
sostenute nel volume "Federica in Cina"
Dalla lettura del volume "Federica in Cina" emergono evidenti e clamorose violazioni delle volontà ultime di Pier Vittorio Tondelli, nonché tesi che appaiono errate, anche nelle citazioni delle fonti documentarie, oltre ad una mancanza di rispetto totale sulle scelte di vita dello scrittore di Correggio, da lui stesso espresse nei suoi libri nelle forme e nelle modalità che ha ritenuto più opportune.
Violazione delle volontà ultime di Pier Vittorio Tondelli
Il libro in questione è, già nei suoi presupposti, una violazione delle ultime volontà di Tondelli che non voleva venissero rivelati particolari relativi alla sua vita privata, né attraverso suoi scritti, né attraverso testimonianze private che avrebbero potuto, come succede in questo caso, "strumentalizzare" la portata di presunte rivelazioni.
Per quanto riguarda gli scritti di Tondelli sul suo privato, il curatore letterario e la famiglia Tondelli, attraverso lo strumento del diritto d'autore, hanno sempre tutelato la volontà dello scrittore scomparso e intendono rispettare alla lettera le sue volontà.
Per quanto riguarda la testimonianza si affidano al buon senso e all'amicizia delle persone che l'hanno conosciuto, avendo sempre dichiarato questa precisa volontà dello scrittore.
Del resto nello stesso libro, una testimonianza della protagonista, Federica Gazzotti, indica questo aspetto della personalità di Tondelli quando dice: "Questo vuol dire che Vicky era una persona assolutamente riservata". E Canalini gli risponde: "Assolutamente. Assolutamente", tanto poi non tener conto di questa riservatezza, andando a cercare (invano) sostegno alle sue personalissime tesi.
Una violazione palese della volontà testamentaria di Tondelli è la rivelazione dei destinatari dei "Biglietti agli amici": Tondelli ne aveva acconsentito, già in vita, a stamparne mille copie, solo dell'edizione con le iniziali dei destinatari dei biglietti. Una seconda edizione, erroneamente stampata da Baskerville, fu fatta distruggere da Tondelli, non al macero, ma attraverso un falò, cui lui assistette. Nel delineare il piano delle pubblicazioni, post-mortem, delle sue opere aveva deciso di far diventare di pubblico dominio il testo, ad una condizione: che non venissero rivelati i nomi dei destinatari, richiesta che fece agli stessi in occasione della prima uscita del libro. Canalini si arroga il diritto di trasgredire una volontà palese di Tondelli, non essendo peraltro a conoscenza (o non avendo letto con attenzione la postfazione all'edizione Bompiani, da cui cita testi senza autorizzazione) che Tondelli, all'ospedale di Reggio Emilia, aveva iniziato a correggere la vecchia edizione, perché ne voleva compilare una nuova in cui l'elenco dei destinatari era diverso. Tale copia è in possesso degli eredi: l'indice è fortemente modificato e sono indicati i biglietti espunti e i nomi dei nuovi destinatari. Come materiale documentario avrei voluto riprodurlo in copia anastatica nell'edizione Bompiani. Non ho ritenuto corretto farlo, innanzitutto per rispetto agli amici cui erano destinati i biglietti e poi perché nella pagina sono indicati per esteso i nomi dei possibili "nuovi" destinatari. Ciò avrebbe violato una delle volontà di Tondelli. Assicuro però che tutte le tesi sostenute da Canalini in relazione a "Biglietti agli amici" vengono contraddette palesemente da queste "ultime volontà" di modifica del testo.
Non renderò pubblico il documento, sempre le ragioni sopra addotte, ma potrò mostrarlo, nell'originale, affinchè sia sottoposto a qualsiasi perizia, in sede di controversie legali.
Contestazione delle fonti documentarie
Già quanto detto in relazione a "Biglietti agli amici" contesta e smentisce le fonti documentarie addotte da Canalini a sostegno della sua tesi.
Posso contestare un'altra tesi di cui non ho capito la finalità, ma molte cose non ho capito nel libro in questione: Canalini mette in relazione due titoli dell'"Indice Sommario" del "Weekend postmoderno", definendo un ultimo paragrafo "tondelliano per eccellenza". Ebbene come citavo nella postfazione allo "Weekend", pubblicato quando Pier Vittorio era ancora in vita, e da lui mai smentito, dando conto del lavoro svolto insieme per quel volume, mi ero occupato del coordinamento generale e redazionale del testo, compresa la stesura dell'"Indice Sommario" e dell'Indice dei nomi, poi visti e approvati da Pier Vittorio. Io non ho mai conosciuto Federica Gazzotti e nello stilare l'indice-sommario non ho mai investito la sua esperienza dei significati "profondi" cui allude Canalini.
Mancanza di rispetto delle scelte di vita dell'autore
Risulta alquanto scorretto, da parte di un "amico vero" come continuamente riferisce nel libro l'autore, che lui riceva in casa editrice, nel 1989, una lettera personale indirizzata a Pier Vittorio Tondelli (e che quindi avrebbe dovuto consegnare al destinatario) e non lo faccia, anche se l'indicazione sulla lettera è chiara: "spm" che sta ad indicare "sue proprie mani". L'unico che avrebbe dovuto leggere quella lettera, in quel momento preciso (l'uscita di "Camere separate"), era Pier Vittorio. Canalini però non la consegna all'amico. Se ne dimentica, tirandola fuori dal cassetto solo ora e per di più pubblicandola, violando le sue volontà e il rispetto del suo "privato". Facile ora parlare, nel libro, di "inconscia dimenticanza" e raccontare i suoi sensi di colpa.
Tutto il libro poi, nelle tesi che sostiene, riassunte dalla definizione che "l'omosessualità di Tondelli è una finzione letteraria" è una mancanza di rispetto delle scelte di vita di Tondelli, che possono essere testimoniate da tutti gli amici che non hanno voluto rispondere agli interrogatori di Canalini. L'invenzione della "fidanzata segreta" è strumentale e stupisce quanto la presunta ex ragazza di Tondelli si sia prestata al gioco di Canalini, perché si tratta di un gioco che offende anche la sarcastica ironia di Tondelli e tende a distruggere tutto e tutti: le volontà dello scrittore, le sue scelte, la sua famiglia, perfino la sua "ex-ragazza", nonché i suoi numerosi lettori.
Una domanda a Canalini che scrive nell'incipit, già in pieno romanzo rosa: "Se mai vi furono maestose storie d'amore che si raccontano da sole, una è questa": "Se questa storia si racconta da sola perché scomodare tante persone per legittimarla?".
Del resto il libro confonde, in maniera inconfutabile, il "gossip" con la ricerca letteraria, anzi ci si trova di fronte ad un caso di "gossip" camuffato da ricerca letteraria che non "omaggia" per niente il lavoro letterario di Tondelli, ma lo pone sul piano delle chiacchere di provincia da lui tanto "detestate".
Non entro nel merito delle accuse che Canalini, rivolge alla mia persona, senza mai nominarla: gli voglio solo ricordare che con il mio lavoro, come mi è stato richiesto da Tondelli, ho voluto solo rispettare e far rispettare le sue volontà, anche se a Canalini non sta bene. Queste però sono le regole volute dal "suo" amico Tondelli.
Ricordo che da anni ho scritto in più occasioni della strumentalizzazione che Canalini ha fatto di Tondelli, limitandosi, perché gli fa comodo a definirlo, come fa nel libro, "formidabile talent-scout di narratori italiani giovani e nuovi". Ora prosegue su altri fronti e questo ne è l'esempio.
Dal 1993 non ho più voluto avere rapporti di collaborazione, né con con Canalini, né con la sua casa editrice perché dopo la pubblicazione del libro-intervista Tondelli. Il mestiere di scrittore, firmato da me e da Generoso Picone, da noi ceduto a Canalini senza percepire diritti d'autore in segno di amicizia, rinunciando, peraltro, ad una proposta di contratto della casa editrice Bompiani, Canalini non ha mai voluto, nonostante le nostre continue e pressanti richieste, inviare una copia del volume ai familiari di Tondelli, adducendo frasi offensive nei loro confronti. Le successive edizioni del libro-intervista, ampliate e aggiornate, sono uscite da altri editori.
Rammento inoltre che, più volte sollecitato, Massimo Canalini è stato l'unico editore italiano e straniero, interpellato più volte, a non voler mettere a disposizione materiale documentario su Tondelli, anche solo la rassegna stampa del Progetto Under 25, presso il Centro di Documentazione di Correggio, intitolato allo scrittore.
Inoltre ho una precisazione da fare rispetto a una richiesta che mi aveva fatto telefonicamente lo scorso novembre (pensavo fosse uno scherzo) e che ritrovo però riportata a conclusione del libro. Telefonicamente Canalini sosteneva che io e la famiglia nascondessimo in una cassetta di sicurezza migliaia di pagine inedite e mi chiedeva quando le avessimo pubblicate. Nel libro sostiene di conoscere anche il titolo: "Non so che nome gli daranno. Se ce n'è già uno, già scelto da lui oppure no. Conoscendolo, direi che il nome, il titolo dell'opera, già c'è. Sarà un diario letterario? Sarà qualcosa che tiene insieme il sistema del suo epistolario e l'impianto del suo diario tout-court?". Peccato che con tutte queste preveggenze Pier Vittorio non gli abbia chiesto di curare la sua opera.
Darò una risposta semplice e concisa: "Si scordi, Canalini, le migliaia di pagine che non ci sono né nell'archivio Tondelli, né tantomeno nelle cassette di sicurezza e indaghi di più sulle ragioni per cui Tondelli ha voluto riassumere tutto l'inedito e il raro nel progetto "Un weekend postmoderno". Questa è già una risposta".
Sull'epistolario privato il curatore e la famiglia ribadiscono di non voler fare nessuna deroga rispetto alle volontà ultime di Pier Vittorio, per onorare la sua memoria e la sua "nota" riservatezza.
Anche Canalini dovrebbe avere questo rispetto e dovrebbe anche ricordarsi di una rettifica inviata da Tondelli al "Corriere della Sera" a metà degli anni Ottanta:
"In quanto a Transeuropa, nuova sigla del Lavoro Editoriale, vi sarei grato se mi permetteste di precisare che il mio impegno con gli amici di Ancona è unicamente rivolto all'antologia Under 25. Non rivesto alcun ruolo di consulente editoriale, come è stato riportato da altre testate, né fa parte del mio compito tracciare l'immagine di questa casa editrice. L'uso ricorrente e indriscriminato del mio nome, oltre che infastidirmi, può generare equivoci nei lettori soprattutto quando è "sparato" sulle copertine (o sui dorsi)". Più chiaro di così…
Fulvio Panzeri - curatore dell'opera letteraria di Pier Vittorio Tondelli
(12-7-2004)
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