Conversazione con Nanni Garella
 

Dinner Party

DI Pier Vittorio Tondelli
REGIA Nanni Garella
SCENE Antonio Fiorentino
COSTUMI Claudia Pernigotti
LUCI Robert John Resteghini
REGISTA ASSISTENTE Gabriele Tesauri

PERSONAGGI E INTERPRETI

GOFFREDO OLDOFREDI DETTO FREDO Roberto Valerio
GIULIA CI DOFREDI Rossana Mortara
MANFREDI OLDOFREDI DETTO RIDI Mauro Malinverno
ALBERTO GRANDI Mirko Rlzzotto
MAVIE DI MONTERASSI Elisabetta Piccolomini
ToMMV TRENGROVE Umberto Bortolani
ANNIE Alessandra Guerzoni

DIRETTORE DI SCENA Nicoletta Marsano
CAPO MACCHINISTA Siro Chiucchiu
CAPO ELETTRICISTA Elisa Stramaccioni
SARTA Giada Fornaciari

DIRETTORE TECNICO Mauro Brecciaroli
UFFICIO STAMPA Rossella Tansini, Francesco Rossetti

scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
ELEMENTI SCENICI Sergio Tavagna, COSTUMI Sartoria Arrigo - Milano, PARRUCCHE Audello - Torino
CALZATURE Sacchi - Firenze, FOTOGRAFO DI SCENA Marco Caselli


Come ha "scoperto" Dinner Party, vi è arrivato
attraverso l'opera letteraria di Tondelli?
E stato un incontro imprevisto. Avevo l a necessità
di proseguire il lavoro iniziato con Emilia Romagna
Teatro a Scutari, in Albania, e lì; dopo aver allestito
Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello, volevo
mettere in scena un autore italiano contemporaneo.
Nelle varie letture che ho fatto, Dinnerpartyè stato
per me una vera scoperta, perché avevo letto Tondelli
ma non quest'opera; e devo dire che nel panorama
del teatro italiano contemporaneo è una vera perla.
E un testo molto ricco, scritto da un autore di valore
che ha il pregio di inventare dei personaggi come
solo i grandi autori sanno fare. In questo si sente la
sua matrice di scrittore di romanzi.
DinnerPartyha poi una caratteristica: è uno spaccato
degli anni '80, un periodo passato senza lasciare
tracce consistenti nella letteratura teatrale. Mi ha
subito affascinato la buona scrittura teatrale, le
bellissime immagini, i personaggi, e su questo è nata
l a scelta.
Che cosa la affascina di più, la struttura o il racconto,
la costruzione drammaturgica o la relazione tra i
personaggi?
Come tutti i grandi autori di romanzi che scrivono
per il teatro, Tondelli si porta dietro una qualità di
fondo, che è quella di lavorare sui personaggi a tutto
tondo, e di seguirli con coerenza nello sviluppo
dell'azione. Nella struttura drammaturgica invece il
testo è un po' verboso, in alcuni punti, e risente di
qualche piccola lentezza nella stesura: ha bisogno
dunque di qualche "aiuto"; ma questo è un servizio
che, come interprete, posso rendergli e lo farò - l'ho
fatto anche con autori come Svevo, ad esempio, che
ha le stesse caratteristiche: grande autore di romanzi,
che quando scrive per il teatro ha qualche
macchinosità.
Tondelli si ispira al dramma di conversazione
tradizionale, a Eliot per esempio, anche nel titolo, a
Cocktail Party, ma ci sono anche molte atmosfere
di tipo generazionale, alla Osborne. È un testo che
si inserisce in un filone classico di teatro di
conversazione, ma nello stesso tempo dà un ritratto
generazionale con molta forza.
Quello che mi ha colpito allora non è stata tanto
vera sapienza drammaturgica, che pure per un
autore di romanzi è buona, né il soggetto, perché di
ritratti generazionali nella drammaturgia
contemporanea ce ne sono tanti, ma il modo di porsi
di Tondelli di fronte alla materia, la sua passione, e
soprattutto la consapevolezza critica nei confronti
del tema di fondo: l'omosessualità nelle relazioni
d'amore.
C'è qualcosa di tragico in Dinner Partyche va al di là
di una commedia di conversazione: un grumo, un
motivo poetico molto forte nel rapporto tra i due
fratelli Oldofredi, protagonisti della commedia: il loro
amore violento, esclusivo, e - lo dico con un certo
pudore - quasi incestuoso. Questo legame così forte
è la molla che fa sviluppare l'intreccio. Tutti gli altri
personaggi ruotano intorno ad esso, quasi come
figure di una famiglia perduta.
Una famiglia perduta?
I due fratelli hanno perduto il padre e la madre da
piccoli, sono rimasti senza guida in un mondo che
vorticosamente sta cambiando intorno a loro. Orfani
di maestri, più ancora che di genitori, pare che
abbiano ricostruito da soli, nel loro chiuso affetto
fraterno, quella famiglia perduta. Così anche le loro
relazioni d'amore sono improntate alla ricerca di altri
fratelli e sorelle, e negli amici più maturi, di altri padri.
La trama della commedia svela d'un colpo queste
relazioni, mette a nudo l a loro drammaticità, ma non
i ntacca la grandezza e la purezza naturale del legame
fraterno: Didi e Fredo restano soli, in un ultimo tenero
abbraccio, emblematico, scultoreo, quasi mitico.
Qualche critico ha ravvisato un tratto biografico,
come dirigerà la recitazione degli attori?
Mi disinteresserò completamente degli aspetti
biografici, che non mi appassionano mai, tanto meno
i n Tondelli, che considero quasi un classico.
Credo che una delle caratteristiche di fondo del testo
sia la ricerca di una lingua. Gli autori teatrali italiani
hanno sempre il problema di trovarsi di fronte una
lingua difficilmente parlabile, com'è l'italiano: lingua
con grandi tradizioni letterarie, ma, per così dire,
astratta, e costruita su ceppi dialettali. I grandi autori
superano questo problema costruendosi, oltre che
una poetica, una propria lingua, da Tasso a Goldoni,
a Pirandello... i piccoli autori non ci riescono, e
restano impigliati nella letterarietà, o, come succede
oggi, nella povertà del linguaggio televisivo.
Tondelli affronta l'italiano contemporaneo,
quotidiano, innalzandolo, facendolo lievitare in una
li ngua cristallina, a volte aspra, ma tutta sua. E trova
così un eloquio alto dal punto di vista della
costruzione sintattica, ricco nel lessico, ma non per
questo meno parlabile.
Come ha scelto gli attori?
La scelta è stata dettata dal rapporto coi personaggi,
sono quasi tutti giovani a parte due attori più maturi.
Questo mi ha dato l'occasione di costruire una
compagnia di attori giovani per un testo
contemporaneo, che è una buona opportunità.
I n Italia ci sono molti bravi attori, anche di giovane
età, che possono e debbono misurarsi con i testi
importanti della nostra letteratura drammatica: o con
i testi come DinnerPartydi Tondelli, che pur essendo
così vicino nel tempo, affonda le sue radici nella
migliore tradizione.




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E' in libreria il volume titolato "Viaggiatore solitario" interviste di PIer Vittorio Tondelli
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Il Ricordo di Fulvio Panzeri da parte di Viller Masoni (già Direttore del CDT)
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"Pier a Novembre" un ricordo di Paolo Landi su Doppiozero.


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